Duomo: nascita, costruzione e segreti
Cristina S. Fantini ripercorre la storia della cattedrale simbolo di Milano «Per me la sfida è stata confondere tra loro persone reali e inventate»
Quando l’arcivescovo di Milano, nel 1385, prospetta a Gian Galeazzo Visconti l’idea di un’enorme cattedrale che sostituisca la chiesa di Santa Maria Maggiore, il «conte di Virtù» approva il progetto per la costruzione del Duomo, che dovrà diventare simbolo della sua grandezza. Da qui inizia «Nel nome della pietra», il romanzo scritto da Cristina S. Fantini che racconta i segreti di una delle cattedrali più famose al mondo. «Ho sempre scritto libri storici», afferma l’autrice, «e quando mi è stato chiesto un romanzo sul Duomo mi ha subito intrigato l’idea di scoprire i suoi segreti. Sono quindi partita per le ricerche bibliografiche attraverso gli annali della Veneranda Fabbrica e sono risalita alle fonti».
L’opera si sviluppa come un romanzo. «Al contrario di Ken Follett, che in “Pilastri della
Terra” racconta della nascita di una cattedrale di fantasia», spiega, «qui racconto com’è nata una cattedrale vera, conciliando la fantasia con la storia. I protagonisti — nobili, prelati, architetti, scalpellini e falegnami — sono in parte personaggi reali, in parte inventati, come Anselmo, il monaco con un ruolo fondamentale nell’incontro tra Antonio da Saluzzo, l’arcivescovo che scrive “A Milano ci vuole una cattedrale più grande”, e Gian Galeazzo. La sfida per me è stata far sì che si confondessero gli uni con gli altri». Nella ricerca storiografica l’autrice ha scoperto fatti poco noti. «Ad esempio che per la costruzione hanno contribuito benefattori come il mercante Marco Carelli, cui è stata dedicata una guglia dopo aver donato una somma equivalente a 30 milioni di euro, ma anche il popolo milanese, che lasciava offerte, mercanti di lana che offrivano giornate di lavoro, cavalieri che regalavano armi rivendute dalla Fabbrica per finanziare i lavori».