Corriere della Sera (Bergamo)

«Papà è intubato Impossibil­e vederlo»

Di Alzano, ha 60 anni. Il figlio: «Sembrava influenza. Il 23 febbraio dimesso. Poi si è aggravato»

- Di Giuliana Ubbiali

Luigi Colombo ha solo 19 anni ma i nervi saldi, nonostante il momento che sta vivendo la famiglia. Il papà è in Terapia intensiva al Papa Giovanni. Ha 60 anni e il coronaviru­s. Luigi, il fratello Alberto e la mamma non lo vedono dal 24 febbraio. Sono di Alzano e non potranno fargli visita nemmeno martedì, terminata la loro quarantena. «Ci avevano detto sì, una persona al giorno. Ovviamente, per prima sarebbe andata la mamma. Invece, sono state disposte delle restrizion­i». Al primo anno di Scienze della comunicazi­one all’Università di Bergamo, lui ha scritto ai suoi docenti per spiegare cosa sta vivendo (L’Università ha postato la sua lettera). Gli hanno risposto che gli sono vicini. «Mi ha telefonato anche il rettore, ho preso un colpo». È il solo risvolto positivo di questa vicenda. Il resto è una catena di eventi piombati nella quotidiani­tà della famiglia. Papà direttore di posta, mamma farmacista, il primo figlio ingegnere e il secondo universita­rio. Luigi racconta al telefono, con lui c’è la madre, che non se la sente: «È provata, fisicament­e e moralmente». Inizia tutto tre settimane fa, prima del caso Lodi. «Pensavamo a un’influenza, di papà si è occupata nostra mamma». Ma il 18 febbraio peggiora. «Nella notte tra il 22 e il 23 abbiamo chiamato la guardia medica, che ha detto di proseguire con le stesse cure». Il 23 è la domenica in cui, con la chiusura del pronto soccorso di Alzano (riaperto in serata), esplode il caso in Bergamasca. «La sera abbiamo chiamato il 112, è arrivata un’équipe — prosegue il ragazzo —. Hanno portato papà all’ospedale di Alzano, dove è stato sottoposto ad una schermogra­fia. Al tampone, no. L’hanno dimesso alle 2. Non aveva febbre, aveva preso la tachipirin­a. Aveva avuto una polmonite, ma due anni fa». A casa non va meglio. Il giorno dopo, il figlio Alberto lo porta in automobile al Papa Giovanni. «L’hanno ricoverato nel reparto Malattie infettive e, via via, è peggiorato. L’hanno sottoposto al tampone e nel giro di due o tre gironi è arrivato l’esito positivo. Lui è stato isolato e per noi è scattata la quarantena per due settimane». All’inizio erano riusciti a sentirlo. Ora sono in una sorta di bolla. «È peggiorato, ha una polmonite bilaterale. È intubato, sedato». Da allora, l’unico ponte con il papà è il medico di famiglia. Cercata, ieri sera non è stato possibile contattare l’Asst Bergamo Est.

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Luigi Colombo, 19 anni, è al primo anno di Scienze della comunicazi­one, a Bergamo. Ha scritto ai suoi docenti raccontand­o del padre in ospedale con il coronaviru­s e della famiglia in quarantena
Studente Luigi Colombo, 19 anni, è al primo anno di Scienze della comunicazi­one, a Bergamo. Ha scritto ai suoi docenti raccontand­o del padre in ospedale con il coronaviru­s e della famiglia in quarantena

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