Corriere della Sera (Bergamo)

«In ospedale situazione drammatica È surreale»

- G.U.

«C’è chi ci chiede se noi infermieri e i medici siamo degli eroi. No, cerchiamo solo di fare il nostro lavoro al meglio». Simona (nome di fantasia, perché non è facile esporsi) è infermiera in un ospedale bergamasco. Non lavora direttamen­te a contatto con l’emergenza coronaviru­s, ma tutti i giorni vede e parla con chi lo è. «Si saltano le ferie, i turni, i part-time. In alcuni ospedali sono cambiate le turnazioni. È così, quando serve. La situazione è drammatica, sembra surreale, siamo al collasso». Negli ospedali si convertono i reparti, il personale diventa intercambi­abile e viene formato in un battibalen­o per saper come maneggiare questo nuovo male. «Il personale sta più attento possibile, quello che preoccupa è che questo virus è molto aggressivo e subdolo. Non si comporta come una banale influenza. Alla tac, questa polmonite ha caratteris­tiche ben riconoscib­ili, ma a quel punto il virus è già avanti. Le protezioni ci sono, ma scarseggia­no in fretta. Ti tieni la stessa mascherina per tutto il turno». Per chi, operatore, è a stretto contatto con pazienti positivi o in attesa di tampone le protezioni aumentano: «Si indossano tuta, calzari, doppi guanti, occhiali e mascherina». Il pensiero alle proprie famiglie c’è, ma senza farne un dramma: «Cerchi di limitare i contatti con i tuoi familiari, soprattutt­o se sono anziani, ma qualche passeggiat­a e la spesa te le concedi. Sa che cosa spero? Che quando tutto questo finirà, si avrà la stessa consideraz­ione di noi. E che se si va al pronto soccorso con una lombalgia non ci si arrabbi se si deve attendere».

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