I contagiati crescono di 200 al giorno
Il totale dei casi positivi sale a 1.472 in 178 comuni L’assessore Gallera: «Bergamo in grande tensione» Don Fausto Resmini non è in pericolo di vita
Il contagio non rallenta. Anzi, avanza di oltre 200 casi al giorno. È così da domenica. Secondo gli ultimi dati della Regione Lombardia, la provincia di Bergamo sale di altri 227 casi. Il totale ora arriva a 1.472 contagi, con il capoluogo che conta 195 casi, Nembro 113, Alzano 62, Albino 60 e Zogno 55, solo per citare i territori più colpiti. Le morti di persone positive al coronavirus raggiungono il totale ufficiale di 116. La diffusione del contagio tocca 178 comuni e si riflette nel grande affanno in cui operano le strutture sanitarie.
Lo confermano in modo drammatico le parole dell’assessore alla Sanità della Regione, Giulio Gallera: «È una corsa contro il tempo e va fermata l’ascissa di crescita dei contagi da coronavirus. I presidi di Bergamo e Cremona sono allo stremo, ne siamo
consapevoli. Bergamo è in una situazione di grande tensione». Ma è soprattutto il governatore Attilio Fontana, tornato in Regione dopo la quarantena, a insistere sulla gravità della situazione. Ieri si è confrontato con i sindaci della regione, che hanno sottoscritto una lettera per invocare al governo misure ancora più restrittive: «La sensazione — osserva il presidente della Lombardia — è che ancora non sia ben chiara a Roma la reale situazione che stiamo vivendo in Lombardia». Per Fontana, «è necessario intervenire in maniera rigorosa perché il sistema sanitario inizia ad avvicinarsi a un punto di difficoltà e bisogna evitarlo».
Una volta di più, i numeri. Non solo bergamaschi: «Dai dati esaminati, la zona rossa di Lodi e Codogno è l’unica zona dove l’evoluzione dell’infezione si sta invertendo e si riduce la velocità di contagio diversamente dal resto della Regione — dichiara Fontana—. Dobbiamo insistere, l’unica medicina è ridurre i contatti». In Bergamasca il conteggio delle vittime indica un incremento di 26 morti in 24 ore e ancora è Nembro a pagare il prezzo più pesante con 16 defunti. Seguono Bergamo a 10, Alzano 9, Albino 6. In tutto sono 59 i comuni che hanno avuto almeno una vittima. Quanto ai contagi, al di là dei centri sopra i 50 casi e tralasciando la sfilza di comuni sotto i 10, sono 37 a Villa di Serio; 31 a Seriate; 30 a Dalmine; 23 a Treviglio; 22 a Torre Bolperfettamente done; 21 a Romano di Lombardia; 19 a Pradalunga, Stezzano e Gazzaniga; 17 a Scanzorosciate; 15 a Ponte San Pietro; 14 a Osio Sotto, Treviolo, Martinengo e San Giovanni Bianco; 13 a Curno; 12 a Caravaggio, Calusco, Zanica, Mozzo, Ponteranica e Villa d’Almè; 11 a Gorle, Ranica, Gandino; 10 a Grumello, Sarnico, Grassobbio, Cene, Calvenzano. È legato a Bergamo anche la prima vittima in Marocco per il coronavirus. Si tratta di una donna di 89 anni di origine marocchina ma residente in provincia. Era arrivata in Marocco dall’Italia il 4 marzo scorso. Ricoverata d’urgenza il giorno successivo all’ospedale di Casablanca, era stata giudicata «in gravi condizioni» fin dal primi soccorsi.
«La Protezione civile — ricorda l’assessore regionale Pietro Foroni — sta completando il montaggio di tende triage fuori da ospedali e pepuò nitenziari lombardi che ne hanno fatto richiesta». Uno strumento con «una funzione molto utile», perché nelle strutture sanitarie permettono di diversificare i percorsi dei pazienti che si rivolgono al Pronto soccorso fra casi di sospetto coronavirus e altri problemi medici, e nelle carceri di misurare la temperatura ai visitatori. Dopo l’ospedale di Bergamo, oggi dovrebbe essere montata una tenda fuori da quello di Alzano Lombardo, mentre già c’è fuori dal carcere di via Gleno.
Tra i contagiati c’è anche il cappellano del carcere don Fausto Resmini, colonna della comunità don Milani a Sorisole. Secondo le ultime informazioni, il sacerdote non sarebbe in pericolo di vita. È ricoverato in condizioni stazionarie nella Terapia intensiva della clinica Humanitas Gavazzeni.
In Marocco La prima vittima del Paese nordafricano abitava in un paese della Bergamasca