Corriere della Sera (Bergamo)

Un déjà vu infelice e la festa per la vittoria che non si può fare

- Simone Bianco

La città prende due ore di ossigeno davanti alla tv, ma la serata è un déjà vu infelice. È la sensazione provata 35 anni fa, davanti alle immagini dello stadio Heysel. A 5 anni, sei troppo piccolo per capire bene cos’è la morte. Soprattutt­o se prende forme inverosimi­li, mostruose. Ma della Juve che vince insensatam­ente la prima Coppa Campioni, dove pochi minuti prima si stava compiendo una strage, ti resta nella memoria un dolore sordo. Sei solo un bambino di 5 anni con la maglia di Platini, che vuole festeggiar­e la vittoria. I tuoi genitori ti hanno tenuto al riparo dalle immagini peggiori, non sai niente di hooligans, di persone soffocate, di persone schiacciat­e. Ma senti che qualcosa non va. Una sensazione terribile, due volte, perché quando cresci sai, e quando sai scopri quale dolore può dare una pura gioia trasformat­a in male puro. Sono momenti in cui il calcio stesso, una delle cose per cui vale la pena vivere, perde senso. Bisogna ringraziar­e l’Atalanta per quello che ha regalato a Bergamo, anche in una sera così. Poi bisogna fermare tutto. Per rispetto. Ma anche perché fingere che si possa andare avanti a sorridere per un gol è una violenza a se stessi. Col tempo, la palla ricomincer­à a rimbalzare e l’Atalanta tornerà a essere il centro della felicità di tanti bergamasch­i. Non oggi, non si può.

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy