«Effetti gravi per l’export, è in calo»
Diminuisce in Germania e Stati Uniti, cresce in Francia. L’incognita del coronavirus
L’ultimo trimestre del 2019 si era chiuso con un segnale non positivo, - 2%, e l’allarme che arrivava dalla Cina faceva già paura. Ora però, anche se non ci sono numeri certi, l’effetto del coronavirus si fa sentire ancora di più sull’export bergamasco: «C’è un impatto trasversale su ogni settore, con effetti gravi» dice il presidente della Camera di commercio Paolo Malvestiti.
Anche solo fino a un mese fa, sarebbero stati la piattaforma economica su cui ragionare in un’ottica, se non di rilancio, almeno di tenuta di quello che è un caposaldo del nostro sistema produttivo: l’export orobico. I segnali dell’ultimo quadrimestre, delineati dal report della Camera di Commercio di Bergamo, non erano positivi, definiamoli lievemente preoccupanti, a fronte di un - 2,0% su base annua contro variazioni del -1,2% in Lombardia e del +1,7% in Italia, ma l’emergenza di questi giorni rende tutto molto, ma molto più difficile. «Non ci è possibile quantificare ora gli effetti economici, stimati in continua evoluzione peggiorativa correlata alla difficoltà di contenimento dell’emergenza — commenta il presidente della Camera di Commercio, Paolo Malvestiti, agli sgoccioli del suo secondo mandato — tocchiamo con mano che sono di estrema gravità con impatti trasversali su tutti i settori, ovviamente anche sul commercio con l’estero. La Camera di commercio di Bergamo è impegnata a svolgere il suo ruolo per alleviare le conseguenze sulle nostre imprese». Relativamente al quarto trimestre le importazioni sono state pari a 2.332 milioni (-4,5% tendenziale contro -1,3% in Lombardia e -4,8% in Italia). Il saldo trimestrale della bilancia commerciale di Bergamo è positivo per 1.749 milioni, su- periore al saldo del trimestre corrispondente dell’anno scorso (1.724 milioni).
La flessione dell’export bergamasco ha registrato una diminuzione per macchinari (1.073 milioni, -4,0%), prodotti chimici (575 milioni, -0,9%), metalli di base (527 milioni, -6,6%), articoli in gomma (363 milioni, -3,3%), apparecchi elettrici (272 milioni, -4,0%), oltre al tessile e abbigliamento (246 milioni, -6,4%). In aumento, invece, i mezzi di trasporto (354 milioni, +6,4%) e i prodotti alimentari (220 milioni +4,4%). Circa i maggiori paesi di destinazione si confermano ai primi tre posti Germania, Francia e Stati Uniti con una quota che rappresenta oltre un terzo del totale esportato nel quarto trimestre. Rispetto al corrispondente periodo del 2018, la quota della Germania è diminuita dell’8,0%, quella degli Stati Uniti del 9,1%, mentre è salita quella verso la Francia (+2,4%). Il dato annuo complessivo evidenzia una sostanziale stasi rispetto all’anno precedente, ma con esportazioni per 16.156 milioni, pari al 12,7% di quelle lombarde, Bergamo si mantiene nel quintetto delle prime cinque province esportatrici d’Italia. In testa Milano svetta solitaria con 45.696 milioni, seguita da Torino e Vicenza entrambe collocate sulla quota dei 18.500 milioni e a seguire Brescia e Bergamo con oltre 16.000 milioni.