Moioli dopo il trionfo: «Si può vincere anche nei momenti più bui»
Michela Moioli, campionessa di snowboard: «La forza me l’ha data la mia Alzano Anche nei momenti più bui ci si può rialzare»
«Da quando sono tornata continuo a sentire le sirene delle ambulanze. E a venire a conoscenza di persone che muoiono. È uno strazio. Poi ci sono i pensieri legati a mio nonno ricoverato in ospedale e a mia nonna che si trova in casa di riposo. Siamo contemporaneamente in attesa e sul chi va là. Purtroppo fin che non se ne esce, non si può cantare vittoria. Serve mantenere i piedi per terra». Firmato Michela Moioli, 24 anni, fresca vincitrice della prova di Veysonnaz e della classifica generale di Coppa del Mondo di snowboardcross. Trionfatrice, inoltre, delle ultime Olimpiadi, disputate in Corea del Sud, nel 2018. La campionessa è rientrata due giorni fa nella sua Alzano Lombardo dalla trasferta svizzera. Era l’ultima gara stagionale, «perché hanno annullato i campionati nazionali», spiega Michela. Che è riuscita a regalare un raggio di speranza, non solo ai suoi concittadini, ma all’Italia intera. A regalare un sollievo ai suoi tifosi. Esattamente come aveva fatto l’Atalanta con il 4-3 a Valencia pochi giorni fa. Potere dello sport. La vittoria della Moioli, però, acquisisce un significato più profondo perché è nata e cresciuta in uno dei territori più colpiti dal coronavirus.
Non ha pensato di rinunciare alla discesa?
«No, anche se la vittoria della Coppa era matematica dalla tappa di due settimane fa, a Sierra Nevada, in Spagna. Ero in Svizzera per gareggiare e volevo fare una bella prestazione. Volevo vincere. Soprattutto, per aiutare tutti quelli che mi stavano guardando da casa».
Ci è riuscita.
«Sì, ma è la gente che mi ha dato la forza. Il mio paese che sta lottando duramente. Nel mio piccolo ho cercato di far passare il messaggio che anche nei momenti di difficoltà si possono raggiungere determinati obiettivi. Che è necessario tenere duro».
È la sua terza Coppa.
«La più bella e la più difficile. Perché la stagione è stata quasi un’agonia. Molti appuntamenti sono stati annullati e c’erano poche gare a disposizione. Ogni errore, quindi, si pagava a caro prezzo. Poi è arrivato il coronavirus a rendere le cose più complicate. È stato stancante, soprattutto mentalmente. Ma la situazione non mi ha messo ko, tutt’altro».
Ha avuto modo di confrontarsi con le atlete di altre nazioni?
«Alcune colleghe sono preoccupate come noi italiane e hanno capito. Molte avevano paura di non poter rientrare a casa, perché anche altri Paesi hanno deciso di chiudere i confini. Per questo l’organizzazione ha anticipato la gara. Non era mai successo».
E le altre colleghe?
«Vivono come se l’emergenza non esistesse. Poi in Svizzera i ristoranti e i bar sono tutti pieni. Addirittura qualche atleta ha proposto che disputassimo non una, ma due gare. Non si rendono conto del problema».
Ha cercato di portare la sua testimonianza?
«Sì. Soprattutto ho provato a far capire che molto probabilmente quello che sta accadendo in Italia a breve toccherà anche ad altre nazioni. Comprese le loro».
Appena è rientrata ad Alzano, ha incontrato il sindaco.
«Non lo nego, il rientro mi ha provocato molta tristezza nel vedere il paese deserto, nell’avvertire nitidamente le ferite che il coronavirus sta provocando. Il sindaco Camillo Bertocchi voleva salutarmi e abbiamo pensato di scattare insieme, ma a due metri di distanza, una foto con il tricolore in piazza Italia. L’ho visto molto provato».
La foto l’ha pubblicata su Instagram.
«E tanti utenti hanno scritto commenti che mi hanno emozionato. Non sono ancora riuscita a rispondere a tutti. È bellissimo scoprire quante persone abbiano apprezzato e capito il significato della mia vittoria. Penso di aver dimostrato che nelle difficoltà è possibile rimanere positivi. A me interessava far passare questo messaggio».
Adesso cosa farà?
«La vittoria è stata la ciliegina sulla torta della stagione. Ora riposo qualche giorno, ma non me ne starò a lungo sul divano. Ho degli attrezzi a casa e comincerò ad allenarmi. Odio stare ferma, anche se in questo periodo è necessario. C’è in gioco molto di più di una Coppa del Mondo».
Palmares Moioli ha vinto la sua terza Coppa del Mondo dopo quelle nel 2016 e 2018