Addio a Carlo Zavaritt il pediatra politico
Aveva 80 anni, era stato consigliere fino al 2009
Lo sguardo e il volto, a tratti simpaticamente beffardi, ispiravano empatia e sorrisi fin dall’inizio. E rispecchiavano il suo carattere, sempre votato a sdrammatizzare, con la battuta pronta e puntuale. «Ma poi quando si arrabbiava davvero, diventava serissimo», ricorda l’ex collega di consiglio comunale Eugenio Aversa. Carlo Zavaritt, pediatra e neuropsichiatra infantile, repubblicano dall’inizio degli anni ‘80 e in particolare dall’era spadoliniana, poi assessore e consigliere comunale proprio con il Pri, Bergamo Democratica e la Lista Bruni, è morto a 80 anni a causa del coronavirus Covid-19. A togliergli la vita, come per tanti altri pazienti, è stata una brutta polmonite interstiziale: era ricoverato all’ospedale Papa Giovanni XXIII da lunedì. «Non me la sento di dire nulla», le parole con voce commossa, nel primo pomeriggio di ieri, della moglie Fanny Honegger, presidente della Fondazione Montessori, con cui il medico viveva a Gorle.
Padre di tre figli, Paolo, Alessandro e Andrea (quest’ultimo titolare del Palatofino di via Verdi), Zavaritt era nato il 23 febbraio del 1940. Forse lui non ci avrà ragionato molto, ma a volte il destino evidenzia coincidenze drammatiche: 23 febbraio, il giorno in cui l’allarme per il coronavirus è esploso a Bergamo. Era domenica, di tre settimane fa. Tre settimane in cui è cambiato il mondo, sul territorio lombardo e bergamasco, per lo strazio di un contagio impressionante.
Laureato a Pavia nel 1966, pediatra e neuropsichiatra con studio in via Paglia, aveva anche girato il mondo per i suoi piccoli pazienti. Nipote di Giulio Zavaritt (imprenditore nato nel 1872 a Gorle e discendente della famiglia svizzera e valdese che un secolo prima si era stabilita nella Bergamasca), e figlio di Carla, scomparsa 11 anni fa, aveva tre fratelli, Sandra Frizzoni Zavaritt, Eugenia e Claudio: raccontava spesso agli amici più intimi la storia di quella grande famiglia e delle sue discendenze, indissolubilmente legata alla storia di Bergamo città.
Commosso, di fronte alla notizia della scomparsa, Marco Venier, storico repubblicano, che con Carlo Zavaritt entrò in consiglio comunale nel 1990, prima di essere sostituito da Luigi Ziliani. «Carlo era una persona che metteva entusiasmo in tutto, brillante nell’oratoria, spigliato e con la battuta sempre pronta». In quel mandato, 1990-1995, con il sindaco Gian Pietro Galizzi, Zavaritt fu anche assessore all’Ambiente. E cinque anni dopo decise senza esitazione di stare nel centrosinistra, aderendo all’esperienza di Bergamo Democratica lanciata, tra gli altri, da Gian Gabriele Vertova. Nessuna elezione nel 1999, quindi l’esperienza con la prima lista civica legata al
L’amico di partito Marco Venier: «Carlo era una persona che metteva sempre entusiasmo in tutto»
nome di un candidato sindaco, la Lista Bruni, lanciata nel 2004 con consensi addirittura inattesi: di nuovo consigliere comunale. Al suo fianco c’erano anche gli amici socialisti, come Eugenio Aversa appunto, e Luigi Riccardi, che lo ricorda così: «Una persona aperta, gioviale, sempre pronta allo scherzo, ma attenta, che non sottovalutava mai nulla». Un impegno mai abbandonato, quello politico, nemmeno dopo la dura sconfitta nel 2009. E cinque anni dopo aveva sostenuto il Patto Civico. Uno degli ultimi repubblicani, che poi aderì ai Democratici di Sinistra, Alberto Sangalli, ricorda il disagio in quella giunta del 1990 «in cui c’era anche Carlo Saffioti, che si proclamava monarchico. Ma Zavaritt fece il suo, gestendo come meglio poteva la situazione, con la massima trasparenza, che per noi era un punto fermo».