Corriere della Sera (Bergamo)

L’allarme dei farmacisti «Siamo al limite»

E a Sorisole e Piazza Brembana costretti a chiudere

- Tosca

Cresce anche tra i farmacisti bergamasch­i il numero dei contagiati da covid-19. Tra ricoverati o in quarantena sono già una quindicina gli infettati e due farmacie, una a Sorisole e l’altra a Piazza Brembana, hanno dovuto chiudere. «Insieme ai medici di base — spiega Ernesto De Amici, presidente bergamasco dell’Ordine dei Farmacisti — siamo la prima linea sul territorio a fronteggia­re quest’epidemia. La categoria è al limite. Oltre al pericolo di contagio c’è lo stress di questa situazione. Ormai si fa letto e bottega con ritmi incessanti e si cerca di aiutarsi a vicenda. La cosa più drammatica sono i farmacisti che mi chiamano in lacrime perché non sanno come aiutare le persone che si rivolgono a loro. La realtà è che gli ospedali sono sotto la linea di

❞ Insieme ai medici di base siamo in prima linea sul territorio per fronteggia­re questa epidemia, la categoria è al limite Ernesto De Amici Presidente bergamasco Ordine dei Farmacisti

galleggiam­ento e demandano tutto quel che possono al territorio. Se non hai sintomi gravi vieni mandato a casa, ma lì hai bisogno di ossigeno e si viene a cercarlo in farmacia, solo che non ce n’è o meglio non ci sono bombole».

De Amici dà il dato della sua attività che è passata dall’affittare una bombola di ossigeno alla settimana a 15 al giorno. «Molti clienti sono costretti a viaggi della speranza — racconta il presidente dell’Ordine — e si fanno anche 50 chilometri. C’è gente che parte da Dalmine e va a Monza perché il farmacista è riuscito a trovagli miracolosa­mente una bombola».

I farmacisti sono furibondi perché due anni fa una legge ha imposto loro di rottamare le bombole di proprietà. «Ogni farmacia — racconta Gianni Petrosillo, presidente bergamasco di Federfarma — ne aveva in media 5. Se si pensa che in Italia abbiamo 18 mila punti vendita, vuol dire che adesso ne avremmo quasi 100 mila. Queste bombole, utilizzate fino all’anno scorso, ci sono ancora, sono in deposito e si potrebbero riattivare. A livello nazionale, Federfarma si sta muovendo con il governo per avere il via libera dell’Agenzia del farmaco. Intanto si cerca di tamponare la situazione con il ricorso all’ossigeno liquido». «Bisogna fare in fretta — è l’appello di De Amici —, anche se arrivasse il via libera, vanno ritarate e questo richiede giorni, tempo che non abbiamo».

Riguardo alla sicurezza dei farmacisti, Petrosillo è preoccupat­o e difende la soluzione del «battente chiuso» non consentend­o l’accesso nel punto vendita soprattutt­o nei comuni del focolaio in Bassa Val Seriana. Per chi ha voluto tenere aperto, Federfarma ha aiutato gli associati a installare gli schermi sui banconi. Più di una farmacia in questi giorni però è finita alla berlina sul web per i prezzi sproposita­ti delle mascherine. «Non difendiamo assolutame­nte le farmacie che speculano — dice Petrosillo — e siamo i primi a perseguirl­e. C’è da dire però che spesso sono i fornitori che alzano i prezzi , io oltre un certo limite non le acquisto».

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Barriere di protezione Alcune farmacie hanno montato schermi sui banconi

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