Morto il primo medico di base È bufera su dati e protezioni
Gli ultimi numeri: 3.993 contagiati (+233) e 460 decessi (+55) Dall’inizio dell’emergenza la media è di 20 deceduti al giorno
Continua a crescere la drammatica conta di contagiati e deceduti in provincia di Bergamo. L’ultimo dato parla di 3.993 persone positive, contro le 3.760 di lunedì, con un incremento quindi di 233. I decessi sono saliti invece a 460 contro i 405 del giorno prima. Un aggiornamento dei numeri che fa sorgere qualche dubbio, se si considera che i decessi registrati ieri dalla sola anagrafe di Bergamo sono stati 60. Calcolando che il primo deceduto risale alla sera del 23 febbraio, la media delle vittime è stata di 20 al giorno.
«La crescita dei contagiati a Bergamo è sempre più contenuta», ha commentato l’assessore regionale al Welfare Giulio Gallera. Ma ha qualche dubbio sui dati anche Paola Pedrini, medico di base a Trescore e segretaria regionale della Federazione della sua categoria: «I dati dei positivi a Bergamo sono sottostimati di almeno 5 volte perché solo chi è più grave viene sottoposto al tampone — ha dichiarato ieri —. Cioè a chi ha insufficienza respiratoria e a chi ha la polmonite e si è recato in ospedale. Gli altri non vengono conteggiati. Anche la percentuale dei morti, essendo più larga la base, dovrebbe essere più bassa. Ma molti muoiono senza aver fatto il tampone».
Intanto c’è un primo caduto proprio tra i medici di base. È morto a 65 anni Mario Giovita, in servizio da oltre 20 anni a Cisano e Caprino. Fino a tre settimane fa visitava e dava consigli anche telefonicamente ai propri pazienti. Poi la malattia e le condizioni cliniche che si sono aggravate velocemente. È morto lunedì, in ospedale. Al momento non è chiaro se avesse contratto il coronavirus. Specialista di malattie infettive, viveva con la moglie e i tre figli a Caprino, dove esercitava. Solo qualche mese fa aveva chiuso il suo secondo studio a Cisano, senza lasciare i suoi pazienti. «Non lo dimenticheremo mai — commenta il sindaco di Cisano, Andrea Previtali —. Mi dispiace moltissimo, era ancora giovane e lo avevo visto solo pochi giorni prima del ricovero». Le condoglianze alla famiglia arrivano anche da Davide Poletti, sindaco di Caprino: «Ho chiamato i suoi cari, partecipo al loro dolore. Dobbiamo dire un grande grazie al dottor Giovita per il suo operato». Il funerale, come previsto dalle misure per contenere il contagio, si svolgerà in forma strettamente privata domani alle 9.
È invece ricoverato in condizioni gravi Antonino Buttafuoco, di Brignano Gera d’Adda, medico di base a Ciserano e Verdellino: sulla sua situazione erano circolate notizie non veritiere la settimana scorsa. Per sostituirlo nei due ambulatori, dopo diversi giorni con i pazienti dirottati alla guardia medica, è subentrato un medico pensionato.
«Viviamo una situazione drammatica per fare il nostro lavoro, sono ormai senza parole», commenta il presidente dell’Ordine dei medici di Bergamo Guido Marinoni. Nella giornata di ieri non è mancata la polemica proprio tra Marinoni e il direttore sanitario dell’Ats Bergamo Carlo Alberto Tersalvi, sulle cinquemila mascherine chirurgiche che l’Agenzia sta distribuendo ai medici di base. «Su 600 medici della provincia — ha puntualizzato il presidente dell’ordine — si tratta di otto mascherine in tutto per ogni medico, e siamo in piena emergenza».
Gli dà ragione il segretario generale della Federazione dei medici di medicina generale, Silvestro Scotti: «Quella del dottor Giovita è un’altra vita che si sarebbe potuta salvare se solo ci avessero dotato dei dispositivi di protezione individuale. Continuando così, la domanda da porsi non è se, ma quando saremo contagiati. Esporre noi ad un così alto rischio di contagio significa anche mettere a repentaglio la salute dei cittadini».
Le mascherine Per l’Ordine dei medici sono insufficienti: «Sono una media di otto per ogni dottore»