Corriere della Sera (Bergamo)

Gli «angeli di Serie B» a contatto col pubblico I sindacati: alt alle Poste

Un postino e uno sportellis­ta morti in quattro giorni

- di Fabio Paravisi

Sono dietro il vetro di uno sportello, spuntano da una cassa, e gli sguardi sono preoccupat­i. Perché a contatto col pubblico, con gente che si avvicina per chiedere informazio­ni, allunga mani con denaro o documenti, ormai sono rimasti solo loro. I lavoratori dei supermerca­ti e degli uffici postali si sentono lasciati allo sbaraglio, e lo stesso vale per gli addetti alle pulizie o le guardie giurate. Gente che i sindacati definiscon­o «angeli di Serie B»

I postali vorrebbero la chiusura totale: oggi ci sono 16 uffici aperti la mattina su 6 giorni, 269 aperti a giorni alterni, 49 con orario regolare e solo 26 chiusi.

Hanno anche loro le proprie vittime. Venerdì è morto Adalberto Chiappa, 63 anni, di Mapello, sportellis­ta a Dalmine distaccato ad Ambivere. Era a casa malato dal 7 marzo, giovedì mattina alle 9 è stato ricoverato, il decesso è arrivato il giorno dopo. Era figlio di un ex sindaco e di una storica maestra di Mapello, e viveva con il fratello e la sorella. Era malato dal 27 marzo Ambrogio Tarenghi, 59 anni, di Villa d’Adda, sposato, un figlio, ex allenatore delle giovanili e membro del gruppo Moro 25 che organizza eventi nel nome di Piermario Morosini. Dipendeva dal centro di recapito di Ponte San Pietro ma consegnava la posta a Sotto il Monte e Mapello. Il 7 marzo un peggiorame­nto, il ricovero a Bergamo prima e al Sacco di Milano poi; lunedì il decesso. . Venerdì un dipendente di Seriate è stato scoperto positivo: l’ufficio è stato chiuso e non ha più riaperto. Ieri è iniziata la sanificazi­one, come anche ad Ambivere e Ponte San Pietro. «I postali sono spaventati come tutti — dice Rossana Pepe della Cisl — e ci centellina­no mascherine e disinfetta­nte. Cosa si aspetta a chiudere?». «Il servizio di questi giorni — ribadisce Marisa Adobati della Cgil — non è essenziale». Poste Italiane sottolinea che «il servizio resta essenziale, forniamo strumenti di protezione e sanifichia­mo i locali. C’è la direttiva di mantenere le distanze di sicurezza anche se è difficile farlo nei Centri di distribuzi­one più grossi come quello di via Galimberti, con 80 persone in continuo movimento».

Tanti settori si sentono abbandonat­i. Gli addetti alle pulizie raccontano di «uno sforzo fisico enorme per sopperire alle richieste non ordinarie di pulitura, senza mascherine ma usando cloro in abbondanza. La nostra stanchezza è al limite di sopportazi­one». Anche la guardie giurate raccontano di dover lavorare senza protezione. Nei supermerca­ti i dipendenti al lavoro sono calati del 30%, tra malati, in quarantena o che usufruisco­no dei residui dei congedi parentali. «Le aziende vorrebbero assumere ma non trovano nessuno che voglia lavorare a contatto col pubblico — spiega Terry Vavassori della Cisl —. Bisognereb­be almeno ridurre gli orari o chiudere la domenica». «È come camminare sui vetri — racconta il dipendente di un ipermercat­o —. Ti arriva di tutto: da quello che non crede all’epidemia e polemizza fino a chi deve comperare l’arricciaca­pelli o il tostapane». «Vai al lavoro senza sapere cosa succederà — spiega una cassiera —. All’inizio quando c’è stato l’assalto eravamo perplessi, poi quando abbiamo capito cosa succedeva abbiamo chiesto di mettere le mascherine ma la direzione ci ha detto che così creavamo il panico. Le abbiamo messe lo stesso. I clienti sono protetti e abbassano la guardia, ti arrivano quasi addosso. Gli anziani sono i più restii a rispettare le regole. Quando torno a casa mi strappo i vestiti di dosso e li butto a lavare, è una situazione difficile da vivere. Spero solo di cavarmela».

I dipendenti attivi calati del 30%, si tentano assunzioni ma nessuno si presenta

 ??  ??
 ??  ?? Igiene
A sinistra: una cassiera con gli strumenti di protezione. Sopra: una squadra impegnata nella sanificazi­one di un ufficio postale
Igiene A sinistra: una cassiera con gli strumenti di protezione. Sopra: una squadra impegnata nella sanificazi­one di un ufficio postale

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy