«La mia voce contro il contagio: non si scherza»
Il suo slogan è «abka fil bayt», «state a casa». La voce per il mondo arabo sull’emergenza coronavirus a Bergamo è quella di Ridha Ibrahim, cantante tunisino di world music, da quasi vent’anni con base ad Albino. Originario di Zarzis, l’artista aggiorna il suo Paese sulla situazione in Italia con collegamenti con le radio nazionali di Tatouine e quella di Gafsa, Radio Mouia di Zarzis e RadiopoinTn di Tunisi. «Nel mio piccolo voglio fare qualcosa di utile, creando un ponte tra la mia terra e quella d’adozione senza fare allarmismi — spiega Ridha, che ha sposato una bergamasca —. In Italia abbiamo preso lo schiaffo per primi e siamo in grave difficoltà, nonostante il nostro sia un sistema sanitario molto competente. Metto in guardia i tunisini dal non prendere alla leggera il contagio e li invito alla responsabilità». Su Facebook Ibrahim intrattiene con esibizioni dal suo studio, intonando «Imagine» e «Azzurro». «Amo Bergamo e sto soffrendo come i suoi cittadini, anch’io ho avuto familiari e conoscenti che si sono ammalati». Il cantante riporta, in una nota quotidiana, il numero dei positivi e delle vittime e le immagini degli operatori sanitari stremati. E ha anche tradotto il primo decreto Conte e, riassumendolo, l’intervento del sindaco Giorgio Gori da Fabio Fazio a «Che tempo che fa», domenica, su Raidue. «In quell’occasione ho riportato la drammaticità della quantità insostenibile di cremazioni e il non poter neppure salutare i propri cari», spiega. Per dare un’idea della pericolosità del covid19 usa anche un proverbio. «È subdolo, colpisce tutti, senza distinzione di razza, religione o genere. Agli amici del mondo arabo dico: “modamo anar min mostasghari asharari”, gran parte del fuoco nasce dalle piccole scintille. State attenti», conclude.