Michelangelo rivisitato nell’isolamento
Marco Gubellini rivisita le opere dell’artista rinascimentale nella contemporaneità
Michelangelo rivisitato al tempo del coronavirus. A firmare l’opera è Marco Gubellini, artista, illustratore, autore di installazioni fuori dagli schemi e insegnante, 43 anni, di Osio Sopra. Costretto a stare lontano dalla sua cattedra alle scuole medie di Fara Gera D’Adda, l’artista ha prodotto «Vertices Temporis» con biro blu su cartoncino, una tecnica che da qualche anno colma la sua esigenza di comunicare. Il disegno rielabora il celebre Tondo Doni di Michelangelo, conservato nella Galleria degli Uffizi, a Firenze, calando l’immagine nell’attuale dell’emergenza sanitaria.
La famiglia mantiene la propria sacralità, ma con le tutele necessarie, ovvero mascherina, occhiali, tute e guanti per proteggersi dal contagio, indossate anche dal Bambino, tanto che i tre personaggi sono tutti coperti. «L’opera sottolinea l’importanza dell’unione familiare, della compattezza che si ritrova più forte in una circostanza grave», spiega l’artista. L’impianto
piramidale, molto usato nel Rinascimento, soprattutto da Michelangelo, Raffaello e Leonardo, è simbolo di sacralità. «Il triangolo che punta in alto deve misurarsi con quello rovesciato delineato dai virus — spiega Gubellini —. Proprio come avviene nel sigillo di Salomone, che esprime l’unione tra cielo e terra, dove la figura geometrica con il vertice in alto rappresenta la parte spirituale dell’uomo, quello verso il basso quella animale e istintuale». Ma il primo è il triangolo di Penrose, che non può esistere se non nella forma bidimensionale, a dimostrazione che la spiritualità è corrotta. In evidenza, sotto, le scritte in latino, «tempora tempore tempera», il tempo stempera i sentimenti. A lato, «mala tempora currunt, si vivono brutti tempi, in alto temporibus illis», al tempo che fu, come testimonianza per i posteri.
Nell’isolamento forzato Gubellini continua a creare le sue opere con lo stile che lui stesso definisce realismo e iperrealismo analitico. «Non mi pesano la pace e il silenzio, sono l’ideale per creare — afferma —. Ma ovviamente avverto la drammaticità della situazione». Altre soddisfazioni, arrivate di recente, sono la vittoria del primo premio al concorso «Galileo Galilei tra arte e scienza», patrocinato dal Comune di Pisa, con «Miopia»: nell’illustrazione lo scienziato osserva il mutare della Terra causato dall’incuria e dall’atteggiamento disonesto dell’uomo. Tiene in mano il compasso, ma prende le sembianze della figura alata della Melancholia di Dürer. «L’espressione di Galileo è crucciata e afflitta — precisa l’artista che per realizzarla ha usato, come modello, il volto di suo padre —: osserva il mondo che si degrada. Il pianeta involve, regredisce agli stadi precedenti della materia, riducendosi a una pozzanghera, dove solo un cane randagio prova ad abbeverarsi». Gubellini è stato anche selezionato per il concorso «Bi-sogno interiore» all’Asylum fantastic fest di Roma, in programma dal 14 al 17 maggio, ma sospeso a data da destinarsi.
Stato d’animo «L’isolamento è l’ideale per creare, ma avverto la drammaticità della situazione»