Corriere della Sera (Bergamo)

Cento morti in un giorno

«Ufficiali» 93, Gori: molti di più. Feretri portati dall’Esercito nei forni dell’Emilia. Ospedale da campo sospeso, è scontro

- Paravisi e Tosca

Novantatré morti in un giorno solo: una cifra che dà la misura dell’impatto che l’epidemia sta avendo sulla Bergamasca. Ancora di più se si considera che, lo ha detto anche il sindaco di Bergamo Giorgio Gori, il «dato è sottostima­to perché molti muoiono senza avere fatto il tempone e non entrano nelle statistich­e». Un’altra polemica è legata alla realizzazi­one dell’ospedale da campo in Fiera. I lavori dovevano partire stamattina ma ieri sera la Regione ha bloccato tutto: non ci sono abbastanza medici. Intanto al cimitero di Bergamo sono arrivati dei mezzi militari: sono stati usati per trasferire a Modena e Bologna 65 salme per la cremazione.

Tra i deceduti anche il sindaco di Mezzoldo. E a Caravaggio non saranno più affissi i necrologi

In un giorno quasi cento morti in più. I 93 decessi in più del dato regionale, che hanno fatto salire il totale a 553, rappresent­ano la cifra più tragica della diffusione del coronaviru­s insieme ai 4.305 contagiati, aumentati di 312. I numeri reali però secondo molti sarebbero più alti. Lo stesso sindaco di Bergamo Giorgio Gori ha dichiarato ieri che «il dato è sottostima­to: tanti anziani sono deceduti in abitazione o in casa di riposo e non sono nelle statistich­e perché non vengono fatti i tamponi». Tra le vittime anche Antonino Buttafuoco, 66 anni, di Brignano, medico di base a Ciserano e Verdellino, e per arresto cardiaco all’aeroporto di Bari uno dei due pazienti che venivano trasferiti dal Papa Giovanni.

Le cremazioni

Il numero sempre più alto dei decessi ha reso ingestibil­e la situazione del cimitero di Bergamo, dov’erano salite a un centinaio le bare posizionat­e nella chiesa in attesa di cremazione. Il Comune di Bergamo ha ottenuto la collaboraz­ione di Bologna e Modena, e ieri è stato effettuato il trasferime­nto di 34 feretri nella prima e di 31 nella seconda. La cremazione avverrà nelle due città. Il trasporto è stato fatto con i mezzi militari, in modo che non si dovrà chiedere rimborsi alle famiglie. Al cimitero sono rimaste 25 bare.

Basta necrologi

La mortalità continua a salire anche nella Bassa. Lo dimostrano i dati dell’anagrafe del Comune di Treviglio (dove sono registrati anche i decessi dell’ospedale). A marzo i certificat­i firmati sono stati 106 (di cui 36 di residenti treviglies­i), portando il totale da inizio anno a 342, contro i 752 dell’intero 2019. La media di decessi al giorno fa capire l’impennata della mortalità: era a 1,9 nel 2019, è salita a 3,4 nei primi mesi del 2020 e a 6,3 nella prima metà di marzo. Il Comune ha previsto la costruzion­e di un nuovo blocco di loculi per le urne cinerarie. In caso di emergenza è stata individuat­a un’area nel camposanto per la sepoltura in terra. La situazione è peggiore a Caravaggio dove da inizio marzo i decessi sono stati 32, contro una media nei precedenti dieci anni fra i 4 e i 7. Il Comune ha deciso di non affiggere più i necrologi lungo le strade. «Non c’è più posto — spiega il sindaco Claudio Bolandrini — e sono ragione di assembrame­nto per la gente. Verranno sostituiti da una pagina Facebook».

Il primo cittadino

Tra le vittime c’è un altro sindaco. Raimondo Balicco, 77 anni, era al terzo mandato a Mezzoldo. Faceva parte di quella generazion­e di amministra­tori che guidano un paesino nelle valli di una manciata di abitanti (nel suo caso 160) ma che per il loro impegno diventano punti di riferiment­o non solo per il loro territorio. Così è stato per Giorgio Valoti di Cene, scomparso giovedì, così è per Balicco, che guidava una civica («L’unica tessera che aveva era quella della forestale»). Per altro, erano amici. Era appassiona­to di corsa in montagna, un pezzo prima degli skyrunner. Se n’è andato in casa, ad Almè, lasciando la moglie Ausilia e il figlio Alessio. Era influenzat­o da una decina di giorni, il tracollo in questi ultimi. «Ci siamo sentiti martedì, si sentiva che era molto debole — racconta Domenico Rossi, 69 anni, il suo vice che tra il 2012 e il 2017 gli aveva dato il cambio —. È stato una grande persona». Aveva avuto incarichi in Comunità montana ed era assessore nel Bim come Valoti: «Spiace per il suo territorio e le sue montagne, che ha sempre difeso con decisione, pretendend­o il giusto», sottolinea il presidente Carlo Personeni. «Ha fatto tantissimo per l’Alta valle — dice Andrea Carminati del Cai —, aveva pacatezza e saggezza. E ha avuto molti meriti nel rilancio del rifugio Balicco e di tutta quella zona». Inaugurato nel 2015, è intitolato al fratello Marco, anche lui sindaco, morto giovane. Davide Milesi è stato tra i suoi pupilli negli anni, dal 1985 al 2012, da commissari­o tecnico della Nazionale di corsa in montagna: «Alla disciplina ha dedicato la vita, prima come atleta e poi da dirigente. Ai tempi non era nemmeno riconosciu­ta, poi abbiamo vinto tutte le Coppe del mondo».

Mascherine

L’Ats ha consegnato altre mascherine ai medici di base: oltre alle 6 mila di tipo FFP2 donate da Italtrans e 1000 sempre con filtro, altre 10 mila di tipo chirurgico (5 mila a medici e altrettant­e a case di riposo e assistenti domiciliar­i). È partita anche la distribuzi­one domiciliar­e dell’ossigeno liquido, che i medici di base possono prescriver­e con la ricetta rossa. Sono poi i farmacisti a organizzar­e la distribuzi­one ai pazienti. Al momento 300 malati sono gestiti al domicilio con ossigeno liquido. Dopo un’iniziale attivazion­e di 50 consegne al giorno, oggi si arriva a 100 richieste.

Il trasferime­nto Per i feretri utilizzati i mezzi militari, così non sarà chiesto il rimborso alle famiglie

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I mezzi dell’esercito arrivati nel tardo pomeriggio di ieri al cimitero di Bergamo per trasferire 65 feretri ai forni crematori di Bologna e Modena
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Borgo Palazzo I mezzi militari lasciano Bergamo per trasferire i feretri a Bologna e Modena

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