La carezza del Papa per Bergamo
Francesco chiama monsignor Beschi: prego per voi. Già dodici i preti morti per il Covid-19
Il Papa che, in solitudine, percorre a piedi via della Conciliazione. Il Papa che alza il telefono e chiama il suo vescovo di Bergamo. Ieri mattina Francesco ha ascoltato Francesco. Le parole, partite dal Vaticano, hanno attraversato un Paese malato e impaurito per poggiarsi sul Colle che, da Città Alta, domina una città piegata dal dolore. Una terra in guerra dove non ci sono macerie, ma come scriveva Ungaretti, fa il conto delle macerie affettive e sociali, perché di «quelli che ci corrispondevano non è rimasto nulla.
Neanche la possibilità di un’ultima carezza, di un saluto, di un fiore appoggiato su una bara. Anche nel cuore del Papa, come in quello del poeta, «nessuna croce manca». «Il Santo Padre — annota monsignor Francesco Beschi— ha voluto chiedere dettagli sulla situazione che Bergamo sta vivendo, sulla quale era molto informato. È rimasto molto colpito dalla sofferenza per i moltissimi defunti e per il distacco che le famiglie sono costrette a vivere in modo così doloroso. È stato molto affettuoso manifestando la sua paterna vicinanza, a me, ai sacerdoti, ai malati, a coloro che li curano e a tutta la nostra comunità». Nei giorni scorsi, Papa Francesco era stato netto con i suoi e il lungo elenco dei parroci defunti, oltre a quelli attualmente ricoverati e alcuni già fortunatamente dimessi dimostra che nella diocesi di Bergamo nessun prete «ha fatto il don Abbondio». Il coraggio della missione pastorale, professata fino alla morte, è incisa nei nomi dei dodici religiosi defunti dallo scorso 1° marzo, pubblicati sul sito della diocesi: don Francesco Perico (92 anni, già parroco a Pradalunga), don Gian Pietro Paganessi (80 anni, collaboratore a Seriate), don Remo Luiselli (82 anni, già prevosto al Monterosso), don Gaetano Burini (84 anni collaboratore pastorale in Sant’Alessandro in Colonna), don Umberto Tombini (84 anni, già parroco a Stabello), don Giuseppe Berardelli (73 anni, già arciprete plebe o di Casnigo), don Giancarlo Nava 71 anni (missionario in America Latina), don Silvano Sirtoli (59 anni, già vicario parrocchiale di Orio al Serio), don Tarcisio Casali (82 anni, già presidente dell’istituto diocesano per il sostentamento del clero), monsignor Achille Belotti (83 anni, in quiescenza presso la parrocchia di Santa Lucia), don Mariano Carrara (73 anni, prevosto di Urgnano) e Monsignor Tarcisio Ferrari (già segretario del vescovo Gaddi). Ancora una ventina i ricoverati, tra cui don Fausto Resmini, ma anche alcuni guariti come don Davide Rota. «Un sentimento di profondo compiacimento il Papa lo ha espresso verso i nostri sacerdoti— continua Beschi — colpito dal numero dei morti e dei ricoverati, ma anche impressionato in positivo dalla fantasia pastorale con cui è stata inventata ogni forma possibile di vicinanza alle famiglie, agli anziani e ai bambini, segno della vicinanza stessa di Dio». Le messe sono sospese ma la fantasia pastorale ai parroci non manca, come dimostrano i post quotidiani e i messaggi whatsapp che vengono inviati ogni giorno con parole di sostegno e riflessione. «Papa Francesco ha promesso che ci porta nel suo cuore e nelle sue preghiere quotidiane. Questo suo gesto così delicato di premura e la sua benedizione di padre è stata una eco, una continuazione, una realizzazione concreta per me e sono convinto per l’intera diocesi e per ciascuno di quella carezza del nostro santo Giovanni XXIII che abbiamo invocato nella supplica e che la natura con i primi germogli di primavera ci sta riconsegnando». Le parole del Papa come le magnolie che rifioriscono. Segni di speranza e rinascita.(D.T.)
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