Regione, stop ai lavori per l’ospedale da campo Gori: troppa confusione
Hanno fatto il sopralluogo e steso il layout: stamattina avrebbero dovuto partire i lavori per l’ospedale da campo dell’Ana in Fiera. Ma ieri sera è arrivato l’alt da Milano: «Si chiede — dice il Direttore generale della Protezione civile della Regione Roberto Laffi — di sospendere l’installazione della struttura che potrà essere ripresa non appena si renderà disponibile il personale medico necessario». Non ci sono, cioè, abbastanza medici e infermieri per far funzionare la struttura. E quindi anche i lavori non possono partire.
Duro commento del sindaco Giorgio Gori: «La richiesta di sospendere la realizzazione dell’ospedale è un preoccupante segno di incertezza e di confusione nella gestione di un’emergenza che richiede idee chiare e decisioni certe. Era chiaro che un ospedale da campo si poteva realizzare soAna lo avendo certezza sulla disponibilità del personale e delle attrezzature mediche. Se questa certezza non c’era, e a leggere la comunicazione si capisce che ancora non c’è, non si doveva far partire la macchina. Mi auguro che si tratti solo di uno stop temporaneo». Secondo il progetto i 6.500 metri quadrati del Padiglione B saranno trasformati nell’ospedale provvisorio più grande mai realizzato dall’Ana: «Ne abbiamo fatti di diverse dimensioni ma su questa scala mai», aveva detto il direttore generale della Sanità Sergio Rizzini al termine del sopralluogo di ieri mattina con il sindaco, i vertici sanitari e i rappresentanti di Protezione civile, 118 e alpini.
Il progetto prevede la realizzazione nella prima settimana di 96 posti in dodici tensostrutture con due camere da 4 posti, più altri 150 posti in quella dopo. In tutto, un centinaio di terapia subintensiva (più alcuni di terapia intensiva in caso di aggravamenti) e gli altri di degenza. L’impianto per l’erogazione dell’ossigeno della Flow Meter di Levate potrà rifornire fino a 400 pazienti.
Ci saranno poi due ambulatori, una radiologia, due postazioni con ossigeno e ventilatori, farmacia e laboratorio analisi. Per le cucine la famiglia Cerea del ristorante Da Vittorio ha messo a disposizione il suo staff. Al loro appello per la ricerca di merci e alimentari hanno già risposto gli oltre 30 locali del gruppo RistorantiBergamo.
La scelta della struttura ha preso in contropiede il presidente dell’Ente Fiera Fabio Sannino, avvisato martedì con una telefonata: «Di fronte all’emergenza ci sono delle priorità e ognuno deve fare la propria parte. Ma spero solo che si tenga anche conto che siamo un’azienda e che quindi quando l’urgenza sarà terminata tutti ci aiutino a ripristinare e valorizzare nome e ruolo della Fiera come risorsa per l’economia del territorio»