Corriere della Sera (Bergamo)

Fiera: più posti per l’intensiva

Stanno par partire i lavori per impiantare le strutture Più complicata la realizzazi­one degli impianti I primi 100 posti letto pronti nel giro di cinque giorni All’appello per reperire il cibo sono arrivate migliaia di risposte Per l’uso degli spazi scelt

- Fabio Paravisi

Alla vigilia dell’inizio dei lavori cambia il progetto dell’ospedale da campo in Fiera. Avrà molti più posti destinati alla terapia intensiva.

Pannelli, tende e impianti si stanno accatastan­do all’interno della Fiera in attesa del montaggio. Ma mentre i camion vengono scaricati e il materiale viene impilato, cambia di ora in ora il progetto dello sterminato ospedale da campo che sta per nascere in via Lunga. Una cosa è chiara: visto che l’emergenza è sempre più drammatica, anche il layout dell’ospedale si sta adeguando. A partire dai posti riservati alla terapia intensiva, che saranno molti più del previsto. Il numero esatto ancora non si sa: stamattina alle 9 si svolgerà una riunione operativa con tutti gli organismi coinvolti e saranno prese le decisioni definitive.

Il progetto originale prevedeva nella prima settimana l’installazi­one nel padiglione B di dodici tensostrut­ture contenenti ognuna due camere da quattro posti destinate alla terapia subintensi­va, più un paio di posti per eventuali emergenze. Invece ci sarà un grande aumento dei posti riservati all’emergenza, in modo da poter liberare spazi negli ospedali. Il primo centinaio di posti potrà essere attivo da venerdì. Quindi inizierà la seconda fase dei lavori, con la realizzazi­one di altri 150 posti letto, quelli che dovrebbero essere destinati alla degenza.

Si sta però pensando di non utilizzare le tende: «Quello è un tipo di organizzaz­ione adatto a situazioni di emergenza all’aperto, come succede per esempio con i terremoti — spiega Gianni Gontero, coordinato­re nazionale della Protezione civile dell’Ana —. Ma in Fiera saremo al coperto e in un ambiente riscaldato. In questa situazione la tenda costituisc­e un ambiente ristretto in cui c’è poco ricambio d’aria. Quindi ci saranno solo quattro tende, mentre le camere saranno realizzate con dei separé, probabilme­nte senza soffitto e con tipologie da due fino a dieci posti letto, come si sta facendo anche in Fiera a Milano».

I lavori dovrebbero iniziare domattina, quando dal deposito di Avezzano arriverann­o anche i quattordic­i shelter per bagni e docce, e vedranno al lavoro una quarantina di uomini. La preparazio­ne delle strutture sarà veloce. Più complicata la realizzazi­one dei vari tipi di impianti. Quello dell’ossigeno potrà fornirne 160 metri cubi l’ora fino a 300 pazienti, sia per l’ossigenote­rapia di degenza che per i caschi Cpap di terapia intensiva e subintensi­va. Sarà pagato dagli sponsor dell’Accademia dello sport e la Air Liquide (fornitrice dell’ossigeno) darà un contributo in denaro. Anche sul numero di medici e infermieri a disposizio­ne si farà il punto stamattina: ne servono un centinaio. Quindici, tra i quali diversi pensionati, hanno risposto all’appello del loro Ordine profession­ale.

L’ospedale sarà dotato di due ambulatori, una radiologia, due postazioni con ossigeno e ventilator­i, farmacia, laboratori­o analisi e cucine che sfornerann­o 1.200 pasti al giorno. Se ne occuperann­o gli alpini insieme allo staff della famiglia Cerea. «Ci hanno dato mano libera», dice Chicco Cerea che ha messo in campo una quindicina di persone tra cuochi, uffici e logistica del ristoranti Da Vittorio e della catena Vicook. «Abbiamo deciso di farci avanti — spiega — perché in questo momento di dolore, di tragedia e di paura per la nostra gente vogliamo renderci utili: dobbiamo tutti dare una mano». Nei giorni scorsi Cerea ha lanciato un appello per l’approvvigi­onamento di alimenti ottenendo risposte a valanga: l’ultima della Zanetti che ha assicurato la fornitura di formaggio e burro. «Abbiamo avuto migliaia di adesioni da aziende di tutta Italia, a partire dalle più grandi — racconta Cerea —. È stata una cosa commovente, che mi ha toccato il cuore. Con il cibo che riceveremo potremmo sfamare tutta la Lombardia».

Nei giorni scorsi era emerso il problema formale per la procedura di l’utilizzo della Fiera, che è una proprietà privata. La società Bergamo Fiera Nuova, titolare dei muri, ha ricevuto ieri mattina dalla Regione la richiesta della «disponibil­ità all’utilizzo dei locali per il progetto ospedale da campo Ana. Ats concorderà con l’ente Fiera le condizioni per la cessione temporanea degli spazi fieristici». Rispetto alla formula della requisizio­ne, di cui si era parlato nei giorni scorsi, non è previsto un indennizzo economico. Per questo già ieri la società ha chiarito con l’Ats la necessità di prevedere una serie di garanzie. Da un lato quelle di restituire, al termine dell’emergenza, il padiglione sanificato e ripristina­to in modo da poter essere di nuovo utilizzato per le manifestaz­ioni fieristich­e. Dall’alto saranno chiesti indennizzi economici per l’affittuari­a Promoberg, che si troverà a pagare un canone per spazi che non saranno nella sua disponibil­ità. Il tutto sarà sottoposto alla prossima assemblea dei soci.

In questo momento di dolore e di paura per la nostra gente abbiamo voluto renderci utili: tutti dobbiamo dare una mano. La risposta all’appello per il cibo è stata una cosa commovente che mi ha toccato il cuore: potremmo sfamare tutta la Lombardia

Chicco Cerea

Da Vittorio

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Il progetto del nuovo ospedale da campo che verrà realizzato all’interno della Fiera cambia di ora in ora per adattarsi alle esigenze delle strutture ospedalier­e: rispetto alle previsioni avrà molti più posti destinati alla terapia intensiva
Il layout Il progetto del nuovo ospedale da campo che verrà realizzato all’interno della Fiera cambia di ora in ora per adattarsi alle esigenze delle strutture ospedalier­e: rispetto alle previsioni avrà molti più posti destinati alla terapia intensiva
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