L’appuntato che calmava le persone spaventate
I totale dei contagiati è di 5.154, +509 in un giorno Ma i dati dei Comuni sono ancora più pesanti Tra le vittime c’è anche un carabiniere
Claudio Polzoni era un appuntato scelto dei carabinieri e aveva 46 anni: è morto giovedì sera alla clinica milanese San Donato. Polzoni era in servizio dal 2012 alla centrale operativa del comando provinciale dell’Arma. Originario di Sesto San Giovanni, dal 2011 abitava a Brignano, il paese della moglie Cristina Magni, ed era papà di una bambina di 9 anni. «Era un generoso — lo ricorda il comandante provinciale dell’Arma, colonnello Paolo Storoni — con un carattere conciliante, capace di mettere a proprio agio le persone spaventate che chiamano il 112».
È di 5.154 il nuovo totale dei contagiati: 509 in più rispetto al dato di giovedì. I decessi sono saliti a 695, +88 in un giorno. Due positivi al coronavirus sono stati trasferiti da Bergamo a Bari e Grosseto.
Dati reali
I morti ieri sono stati 48 solo a Bergamo. Il sindaco Giorgio Gori ha effettuato un sondaggio a campione sui decessi di due settimane di marzo in tredici Comuni, dalla Bassa alle valli, scoprendo che in quei paesi ci sono stati 480 morti contro i 107 dello stesso periodo dell’anno scorso, mentre quelli ufficialmente attribuiti al virus sono solo 91. Secondo gli uffici anagrafe, a San Giovanni Bianco ci sono stati 30 morti (2 l’anno scorso, 6 nei dati regionali), a Scanzo 36 (6 lo scorso anno, 5 nelle statistiche Covid), a San Pellegrino 23 (contro i 2 del 2019 e i 2 delle tabelle della Regione). «Il dato ufficiale non è rappresentativo — conclude Gori —. Con gli altri sindaci lombardi chiediamo al governo ulteriori misure restrittive almeno per la nostra regione. Se vogliamo fermare il virus dobbiamo bloccare tutto ciò che non è essenziale».
Il carabiniere
Nel computo delle vittime c’è anche l’appuntato scelto dei carabinieri Claudio Polzoni, 46 anni, deceduto giovedì sera alla clinica milanese San Donato. Polzoni era in servizio dal 2012 alla centrale operativa del comando provinciale dell’Arma. Originario di Sesto San Giovanni, dal 2011 abitava a Brignano, il paese della moglie Cristina Magni, ed era papà di una bambina di 9 anni. Con loro viveva anche il suocero Giovanni Battista Magni che a febbraio ha contratto il coronavirus. Proprio per aiutare la moglie ad assisterlo, il 29 il militare aveva chiesto la licenza e i familiari si erano messi in quarantena. Il 5 marzo però il suocero si era spento. Il carabiniere ha avuto per 5-6 giorni la febbre, curata con antibiotici ma senza effetti. Quindi i problemi respiratori, il ricovero a Treviglio e poi nella terapia intensiva di San Donato. «Quando mi hanno detto che mio padre era positivo — dice Cristina Magni — mi sono rassegnata a perderlo perché aveva avuto seri problemi cardiaci. Ma mio marito no, aveva 46 anni, era forte e non aveva problemi fisici. Ora io e mia figlia non potremo salutarlo». «Era un generoso — lo ricorda il comandante provinciale dell’Arma, colonnello Paolo Storoni — con un carattere conciliante, capace di mettere a proprio agio le persone spaventate che chiamano il 112». Si unisce al ricordo Beatrice Bolandrini, sindaco di Brignano: «Parlo a nome dell’intera comunità, che è vicina a Cristina e a sua figlia in questo dramma che le ha colpite duramente».
Le storie
Bergamo perde anche l’avvocato Giovanni Bana, 82 anni, vicepresidente dell’Unione avvocati europei, insignito della Legion d’onore della Repubblica francese, presidente dell’Université d’Étè. Appassionato cacciatore, era presidente onorario dell’Anuu Migrazionisti che aveva guidato a livello nazionale dal 1978 al 2010. A Vertova è morto Marco Belotti, 59 anni, da molto tempo all’Ufficio segreteria del Comune di Albino. Era responsabile del personale e negli ultimi anni è stato anche vice segretario. Luciano Mazza, 65 anni, era invece da vent’anni infermiere al Policlinico di Zingonia. Originario di Canonica, viveva a Brignano con la moglie e la figlia, che si è laureata martedì. Enzo Donina, 70 anni, ex calciatore dell’Atalanta, viveva a Martinengo e per otto anni ha fatto parte dell’Area scouting nerazzurra.
Conte e Mattarella
Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha chiamato il rettore dell’Università Remo Morenzi Pellegrini. «Bravi, forza e coraggio — ha detto —. Siete l’emblema di questa unica possibilità di collegamento a distanza». «Mi ha pregato — ha poi spiegato il rettore commosso — di ringraziare i docenti e gli studenti impegnati nella didattica online». E in serata il premier Giuseppe Conte ha richiamato la dg del Papa Giovanni XXIII, Maria Beatrice Stasi, «per rinnovare la vicinanza del Paese a Bergamo e avere notizie e aggiornamenti sulla situazione». E il direttore generale ha spiegato a Conte una situazione drammatica: «Il nostro Pronto Soccorso ogni giorno ha un numero di accessi quasi insostenibile. Servono misure drastiche, sono ancora troppe le persone che si muovono per motivi di lavoro, bisogna ridurre le occasioni di incontro».