Parchi, giardini e fermate Atm Dall’anno prossimo stop al fumo
Città smoking free nel 2030. «Il tabacco produce smog». Multe fino a 150 euro
Dal primo gennaio dell’anno prossimo sarà vietato fumare nei giardini, nei parchi, nei centri sportivi, nei cimiteri della città e persino aspettando il tram alla fermata («fino a una distanza di dieci metri dalle pensiline»). Lo aveva annunciato a gennaio il sindaco Beppe Sala ed ecco, due mesi dopo, il giro di vite promesso contro lo smog. Il regolamento è stato licenziato dalla giunta venerdì scorso e, non appena finita la quarantena da coronavirus, sarà approvato in via definitiva dall’aula di Palazzo Marino.
Per quanto riguarda il fumo, viene poi confermato l’obiettivo di lunga durata: nel 2030 Milano sarà una città totalmente smoking free, nel senso che sarà vietato accendersi una sigaretta in qualsiasi spazio aperto. Nella relazione tecnica allegata al documento si sottolinea (e si ribadisce) la ragione della «stretta»: «Dal punto di vista dell’inquinamento atmosferico il consumo di tabacco è tra le prime cinque principali fonti emissive». Oltre a far male a chi le fuma, le sigarette fanno male all’aria della città. Definite anche le sanzioni: da 25 a 150 euro. Il divieto di fumo all’aria aperta è senza dubbio il provvedimento destinato a far discutere di più, ma tra i vari articoli del dispositivo spiccano altre interdizioni. Sempre dall’anno prossimo saranno per esempio vietati (ma solo durante i mesi invernali, da ottobre a marzo) i barbecue e ogni fuoco d’artificio (multe da 75 a 450 euro). Il «regolamento per la qualità dell’aria» fissa anche un limite temporale (in questo caso il primo ottobre del 2023) per dire addio agli impianti di riscaldamento a gasolio (secondo le stime solo a Milano ne sono ancora in funzione un migliaio, quasi tutti di privati). Giro di vite in arrivo anche per camini e stufe a pellet.
Meno «categoriche» le disposizioni per i negozi e le attività commerciali sulle cosiddette «lame d’aria». Il «Piano» dice però che non sarà «ammessa l’apertura costante dei varchi di accesso del pubblico verso i locali interni. In alternativa alle ordinarie porte sono ammessi i dispositivi d’ingresso che garantiscono comunque l’isolamento termico degli ambienti». Soddisfatto Carlo Monguzzi, presidente pd della commissione Mobilità, nonché ambientalista della prima ora: «Veramente ottimo l’aver predisposto interventi a favore della salute dei cittadini e di averli organizzati, prima città in Italia, in un provvedimento organico. Non concordo però sulla possibilità di tenere le porte dei negozi con le “lame d’aria”, un meccanismo che non elimina la dispersione di calore e irrita le persone a cui chiediamo di abbassare il riscaldamento». «Ma la madre di tutte le battaglie antismog — conclude Monguzzi — sarà quella sulle limitazioni della mobilità privata».