«Troppi in giro» Ciclabili chiuse
Scontro per la lettera di diffida sullo smart working
Gli appelli a rimanere a casa non sono bastati. I sindaci sono costretti a firmare ordinanze per convincere i cittadini a non uscire. Ieri sono state chiuse le piste ciclabili della Val Brembana e della Val Seriana, ancora troppo frequentate. E in città, da domani, viene soppresso nei giorni festivi il collegamento della linea 3 dell’Atb tra l’ostello e piazza Mercato delle Scarpe, fino a nuove disposizioni.
In Val Brembana, l’ordinanza che chiude la ciclabile a oltranza è stata firmata dai Comuni di Zogno, Lenna, San Pellegrino, Sedrina, Camerata Cornello e San Giovanni Bianco. «I cittadini continuavano a disattendere l’indicazione di stare a casa — spiega il sindaco di San Giovanni Bianco, Marco Milesi —. La pista ciclabile era diventata uno sfogo,
❞ La pista ciclabile era diventata uno sfogo, complice anche il bel tempo. Io ho deciso pure di chiudere i cimiteri, ancora troppo frequentati Marco Milesi Sindaco San Giovanni Bianco
complice anche il bel tempo di questi giorni. Io ho deciso anche di chiudere i sei cimiteri del mio comune, ancora troppo frequentati, soprattutto dagli anziani. Ho anche chiesto alla polizia locale di intensificare i controlli». Nei giorni scorsi, a Zogno, la Protezione Civile è stata mandata più volte lungo la pista ciclabile per chiedere ai cittadini di tornare a casa. «Ma non è servito — spiega l’assessore Giampaolo Pesenti —, così si è deciso di firmare l’ordinanza».
Chiusa a oltranza anche la pista ciclopedonale della Valle Seriana: non si potrà transitare né a piedi né con alcun altro mezzo, come prevede il documento firmato dal presidente della Comunità montana, Giampiero Calegari. Tocca ai sindaci vigilare sul rispetto dell’ordinanza per il territorio di loro competenza.
La Comunità montana della Valle Seriana ieri ha anche preso posizione contro la diffida della Cgil che lamentava, tra i dipendenti dei Comuni, la scarsa diffusione del lavoro agile. «Noi sindaci, con sforzo titanico e poche risorse — scrive Calegari a nome di tutti i primi cittadini della Comunità montana —, stiamo garantendo alla popolazione i servizi essenziali, cercando di tutelare al meglio, e con risorse proprie, il poco personale negli uffici, già carente per situazioni strutturali e per questa situazione emergenziale. È inaccettabile la diffida ricevuta dalla Cgil, accompagnata da parere legale intimidatorio nei confronti di chi sta cercando a fatica di assicurare i servizi indispensabili alla popolazione, alla quale dobbiamo garantire sicurezza, aiuti materiali e speranza di farcela. Forse qualcuno non immagina l’impegno dei sindaci in questi giorni, che operano per le loro comunità 24 ore al giorno, con l’angoscia nel cuore per la morte di tanti loro cittadini e anche di colleghi sindaci».
Anche per Paolo Grimoldi, segretario nazionale della Lega Lombarda, e Giovanni Malanchini, responsabile nazionale degli enti locali della Lega Lombarda, la diffida della Cgil è inaccettabile.