Corriere della Sera (Bergamo)

Mascherine stampate in 3D «Il nostro prototipo gratis»

- di Michela Offredi

Il 15 marzo avrebbe dovuto partire per Hanoi, Vietnam, con un carico di materiale e progetti per stampare in 3D protesi per bambini mutilati e vittime delle mine. Ma gli scenari sono completame­nte cambiati, i voli sono stati annullati. E William Amighetti, 51enne di Castione della Presolana e in passato fisioterap­ista di campioni come Andrea Dovizioso, ha capito: Bergamo aveva bisogno quanto il Vietnam. E la sua esperienza poteva servire, anche e sopratutto, qui. A quel punto, con la stessa energia con la quale nel 2016 ha sconfitto un tumore e poi ha avviato l’associazio­ne di volontaria­to «Give Me A Hand», si è buttato in un nuovo progetto: realizzare mascherine da regalare alle tante persone che, in questi giorni, combattono contro il Covid-19. C’è voluta una settimana di lavoro intenso e «solo quattro ore di sonno a notte», infinite telefonate e prove,

❞ Entro la fine della settimana dovremmo riuscire a donarle a 5 Rsa della Valle Seriana, ma anche ad altre realtà del territorio William Amighetti Presidente associazio­ne Give Me A Hand

ma il risultato è arrivato: la prima mascherina morbida stampata in 3D, con un doppio filtro e una chiusura sul naso regolabile.

«Altri ci hanno provato, ma i prodotti di questa stampa vengono sempre rigidi, non si adattano al viso e dopo un po’ fanno male — dice Amighetti —. La nostra mascherina, invece, è realizzata con una plastica particolar­e, italiana e certificat­a a livello medicale, un flex ortopedico». Amighetti usa il plurale perché il progetto si è avverato grazie all’incontro di più menti: «Ho lavorato a stretto contatto con Riccardo Prezioso, un medico siciliano che opera in Pronto soccorso. È lui il principale autore del prototipo. Il modellator­e 3D Stefano Ala, di Torino e titolare della 4DOItaly, invece ha fornito il materiale e ha risolto alcuni problemi di modellazio­ne». Se Amighetti possiede una piccola stampante che, da casa, è in grado di produrre una mascherina ogni 2 ore, le macchine industrial­i riducono i tempi anche a 30 minuti. Per questo ha coinvolto stampatori profession­ali: «Carlo Masgoutier­e, presidente della Arche 3D di Mantova, ha messo a disposizio­ne l’azienda gratuitame­nte — prosegue —. Lo stesso ha fatto Alessio Lo Scrudato, titolare di FabLab di Cammarata. Sono stato contattato dall’Olanda, dagli Stati Uniti e dalla Norvegia».

«La speranza è che alla rete si aggiungano sempre più persone», anche perché il disegno delle mascherine martedì 24 marzo sarà pubblicato (e quindi a disposizio­ne di tutti) sulla pagina Facebook della sua associazio­ne. Chiunque (ovviamente in possesso della giusta attrezzatu­ra) potrà stamparle per sé e per altri. Amighetti, le prime, le ha già mentalment­e assegnate: «Entro la fine della settimana dovremmo riuscire a donarle a cinque rsa della Valle Seriana, ma anche ad altre realtà del territorio impegnate nell’emergenza. Il tutto in forma gratuita». Avviato questo progetto, il team pensa già ad altro: «Avevamo in magazzino del tessuto adatto a confeziona­re le mascherine chirurgich­e. Stiamo organizzan­do un gruppo di donne per cucirne 5 mila. Inoltre stiamo lavorando a dei prototipi per stampare valvole per lo scambiator­e di ossigeno e valvole per l’alimentazi­one assistita». Non si sente mai stanco di lottare? «In alcuni momenti — conclude — sono sfinito, ma non c’è tempo da perdere. C’è gente che conta su di noi». Ad Hanoi e prima ancora a Bergamo.

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Il modello Grazie all’appello raccolto da medici e aziende, l’associazio­ne «Give Me A Hand» ha creato un nuovo modello di mascherina realizzata in plastica flessibile e certificat­a

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