«Dal fronte di Lampedusa a quello di Alzano»
Il personale delle forze armate sostituisce i medici di base «Ancora molta sofferenza e preoccupazione tra i pazienti» L’Ats: è una squadra agile, che ci sta aiutando sul territorio
Il bilancio I medici di famiglia malati o in quarantena salgono a 140, dieci in più in un weekend
I fronti di guerra internazionali e le emergenze umanitarie più tragiche, come quelle che hanno coinvolto i migranti nel Mediterraneo, non vengono in mente per caso, in una grigia e fredda mattina nel cuore di Alzano. Le uniche persone per strada sono quelle che arrivano a suonare agli ambulatori della continuità assistenziale in via Ribolla, tutte con mascherina e guanti, o sciarpa alzata sul volto. La birreria al di là della strada è sbarrata, saracinesca abbassata come per gli altri negozi, che sembrano chiusi da sempre. Perché il tempo si è fermato per tutti, ma non per chi accusa con tanta preoccupazione qualche sintomo sospetto che fa correre la mente al coronavirus e a tutte le informazioni dispensate su ogni canale dal sistema sanitario, dalla Regione Lombardia, dalla protezione civile.
Tanti medici di famiglia, quelli che con valigetta o zaino giravano nelle case fino a pochi giorni fa, sono malati o in quarantena, e all’ingresso degli uffici della continuità assistenziale si materializzano due divise della Marina militare: sono il medico e tenente di vascello Luigi Pezzella, e il maresciallo infermiere Antonio Armenti. Fanno parte di una squadra di nove colleghi, tra Marina, Aeronautica, Esercito e Carabinieri, che consentono il funzionamento degli ambulatori di guardia medica anche di giorno, proprio per garantire ai residenti il servizio svolto da quei medici di base al momento non sostituiti. Pezzella, Armenti e il resto della squadra si muovono tra Vilminore, Albino, Alzano, Bergamo, Dalmine, Zogno, Trescore Balneario. Le visite, nel complesso, sono circa un’ottantina al giorno. «Molti sintomi — racconta il tenente — fanno ancora ipotizzare casi di contagio da Covid-19, ma percepiamo che la nostra presenza è importante anche per supportare le famiglie che stanno fronteggiando altre patologie, che comunque ci sono. Sappiamo quali sono i rischi del lavoro che facciamo, ma questo non ci sconforta».
Difficile, per un militare, abbattersi o perdere coraggio: «Ho partecipato all’operazione Mare Nostrum per l’emergenza migranti, al “fronte” di Lampedusa in particolare, ma ho anche preso parte alle operazioni antipirateria, a tutela della logistica imprenditoriale internazionale, al largo delle coste somale». Missioni fondamentali, sia a livello umanitario sia in ambito geopolitico, ma missioni, almeno quelle, con un nemico preciso, ben inquadrabile. Mentre oggi il nemico è imponderabile, si comporta in modo diverso caso per caso, e ha portato l’esercito nel cuore della
Regione più sviluppata d’Italia, lontano da carestie e guerre vere. «Uno scenario che sicuramente era difficile immaginare — aggiunge il maresciallo infermiere — ma che va affrontato con tutte le forze possibili, come stiamo facendo, anche applicando i protocolli militari. Io svolgo in particolare un ruolo di triage telefonico, segnalando poi al medico le peculiarità dei singoli casi. Ascoltare è importante, tra le famiglie e i residenti sul territorio si nota ancora molta sofferenza, preoccupazione, e credo che la nostra presenza sia anche un segnale di vicinanza da parte dello Stato. Tentiamo di dare il supporto che serve».
Tenente e maresciallo incontrano tra gli ambulatori di Alzano anche Angelo Moretti, dell’Ats: «Attualmente ci sono 140 medici di base fuori servizio, tra malati o in quarantena — spiega Moretti, attualizzando il quadro della situazione, che peggiora di giorno in giorno —. Quindi questo gruppo dell’esercito è davvero prezioso, una squadra di professionisti che si muove nel giro di pochi minuti per andare dove c’è bisogno. Stanno garantendo un servizio di continuità assistenziale diurna, con aperture dalle 14 alle 20. È l’unico modo con cui possiamo sopperire efficacemente all’assenza dei medici di base».
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Molti sintomi fanno ancora pensare al Covid-19, ma percepiamo che la nostra presenza è importante anche per supportare i pazienti con altre patologie, che comunque restano Luigi Pezzella Tenente e medico Marina Militare 9 operatori, 5 medici e 4 infermieri tra Marina, Aeronautica, Esercito e carabinieri, sostituiscono i medici di base in 7 Comuni