Corriere della Sera (Bergamo)

Addio a Cometti Il ricordo di Pizzaballa

L’addio Pizzaballa ricorda Cometti, scomparso ieri mattina a 83 anni a Romano di Lombardia Furono i portieri dell’Atalanta che vinse la Coppa Italia: «C’era rivalità, ma siamo sempre stati leali»

-

«Ce ne vorrebbero di portieri così», sospira Pierluigi Pizzaballa, alzando il velo su una tradizione del calcio italiano che sembra aver perso per strada la capacità di sfornare numeri uno all’altezza. Portieri come Pizzaballa, e come lui, il portierù Zaccaria Cometti, un monumento tra i pali della storia nerazzurra che se ne è andato ieri, trafitto dall’ultimo rigore che non è riuscito a parare, quello contro il virus bastardo. Non si vedevano da un paio di anni Pizzaballa e Cometti che, a 83 anni suonati, usciva poco dalla sua casa di Romano di Lombardia, anche se nell’ultima rimpatriat­a in casa Atalanta i ricordi tra i due erano affiorati nitidi. Una storia di guantoni e successi che li aveva uniti in un destino fubbaliero stranissim­o, traversale, con un’alternanza di titolarità nella prima squadra che era riuscita a suggellare comunque un’amicizia e una stima sincera. «C’era rivalità, ma siamo sempre stati leali. Nessun sotterfugi­o, anche perché poi era sempre l’allenatore che decideva che cosa fare», ricorda Pizzaballa.

Forse, nelle porte girevoli di una squadra nerazzurra che nei loro anni in fiore colse il memorabile successo di Coppa Italia nel 1963 ci fu la sostanzial­e diversità che li caratteriz­zava. «Io ero più atletico, i miei muscoli spingevano di più e risultavo più spettacola­re — riannoda Pizzaballa —. Zaccaria, invece, era piantato tra i pali, solido nella presa e nella postura». Un portierù, appunto, bergamasco doc, timido, di pochissime parole che approdato alle giovanili, è rimasto all’Atalanta per una lunghissim­a serie di anni (disputando quasi incidental­mente l’ultimo biennio di attività tra le fila del Trento) diventando­ne una bandiera. E questo perché, dopo la carriera riuscì ad aggiungere al suo personale palmarès di giocatore attivo, 17 anni come preparator­i dei portieri (tra giovanili e prima squadra), al servizio di una sfilza di allenatori. Numeri spaventosi, i suoi: 204 presenze in campo, 177 partite in campionato, 11 in Coppa Italia ma senza l’ultima soddisfazi­one perché ad alzare il trofeo fu Pizzaballa. «A dire il vero per la sua bravura — prosegue il compagno di squadra- — avrebbe meritato molto di più. Ma erano altri tempi, fatti di portieri talentuosi, dove emergere era difficile». Le parole di Pizzaballa rendono onore a Cometti, alla sua resilienza quando un grave infortunio, in un’AtalantaJu­ve, lo bloccò per mesi con una frattura a tibia e perone. Uno stop che favorì il lancio in orbita di Pizzaballa. Si ritrovaron­o dieci anni più tardi, quando Titta Rota rimise tra i pali dell’Atalanta proprio Pizzaballa che tornava dalla peregrinaz­ione tra Roma, Verona e

2 le squadre in cui ha militato Zaccaria Cometti: Atalanta e Trento, dove ha concluso la carriera di calciatore nel 1972 204 le presenze in campo per l’Atalanta per Zaccaria Cometti. Dopo il ritiro è stato per 17 anni preparator­e dei portieri nerazzurri a Zingonia

 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy