Su Donizetti le video ricette di Micheli
Il direttore artistico della lirica protagonista di video-ricette online in cui spiega i lavori di Donizetti «Cercheremo di far dialogare lo spettacolo dal vivo con il web»
«Sono cresciuto per obiettivi. Dovevo imparare a camminare, a mangiare e vestirmi da solo, a scrivere, prendere la patente e laurearmi. Ero convinto che il mondo fosse nelle mie mani. Ora madre natura mi sta dando una grande lezione, facendomi capire che non è così», ammette Francesco Micheli dalla casa milanese, benché testa e cuore siano a Bergamo. Come non pensare ai familiari, al lutto da rielaborare per gli amici persi per coronavirus, al cantiere del teatro Donizetti fermo.
L’emergenza Covid dà spazio alle riflessioni. Sarà posticipata l’inaugurazione di settembre dello stabile cittadino? Il Festival Donizetti Opera rischia? Se in autunno tutto rientrerà, la gente avrà voglia di ritornare nei teatri o avrà paura dell’affollamento, dopo le misure di sicurezza attuali? «Ci stiamo preparando a ogni eventualità — dice Micheli —, ma non c’è ancora un’idea chiara di come torneremo alla normalità e dei tempi. Allo stato attuale non abbiamo motivo di temere che quello che abbiamo previsto dopo l’estate non si possa fare. Siamo pronti a eventuali cambiamenti. Il ragionamento sul cantiere si farà quando capiremo quando ripartirà, ricalcolando il cronoprogramma. Stiamo parlando dell’autunno, ma Filippo Fonsatti, presidente della Federazione dello Spettacolo dal Vivo, ci sta spronando a pensare anche ad attività da proporre per l’estate, pensando che si ritornerà a una vita sociale. Sono disponibile a dei progetti per Bergamo, tipo posticipare la Donizetti night, annullata a giugno, o inventare dei campus teatrali nella natura per ragazzi. È importante fare programmi, ma è impossibile mettere al guinzaglio il destino. È una lezione che sto imparando». In merito alla possibilità di una riduzione di abbonamenti per il festival svela: «Non abbiamo ricevuto disdette, anzi, arrivano messaggi dal resto d’Italia e dall’estero di persone che ribadiscono la volontà di venire. Certo, sono consapevole del sentimento di paura che assalirà alcuni e di quanto ci vorrà perché il flusso turistico internazionale riprende come prima. C’è la possibilità che passi molto tempo. Ecco che il web ricoprirà un ruolo importante. Alcuni teatri all’avanguardia, come l’Opera di Vienna, hanno sperimentato piattaforme in cui il teatro ha una seconda vitae online. Dal sito puoi visitare il teatro, vedere gli spettacoli. L’isolamento conferma che nel terzo millennio web e spettacolo dal vivo devono dialogare. Lavoriamo perché tutti possano venire al festival, ma nella misura in cui non sarà possibile svilupperemo il lavoro sul web». Micheli si sta esercitando con «L’opera a casa Micheli», sorta di sitcom, visibile sulla sua pagina Facebook, con puntate di una decina di minuti in cui spiega titoli lirici, sinora «La fille du régiment» e «L’Elisir d’amore». Per palcoscenico usa le assi di legno del tavolo della cucina, per protagonisti ortaggi, frutta e verdura di stagione, uova sode e scatolame vario, usati per personificare Marie, Tonio, Nemorino e Adina, duchesse ed eserciti. Alla sua maniera, geniale e giocosa, Micheli, tra parole, siparietti divertenti e spezzoni video di messinscena, spiega l’opera portando il buonumore. «Donizetti ci ha raccontato quello che stiamo vivendo — commenta —. Di umili origini, ha vissuto diverse tragedie, dalla morte dei figli a quella della moglie, guerre. La sua musica trasuda un dramma profondo».. Micheli porterà l’opera tra la gente anche stasera alle 20.30, ospite della trasmissione di «Radio3 Suite», e con «Pronto, Gaetano?». Nuova iniziativa di Fondazione Donizetti, permette agli abbondati del festival di chiamare al 035.0668692 e lasciare i propri recapiti per essere richiamati da Francesco Micheli, dal direttore musicale Riccardo Frizza e dal direttore scientifico Paolo Fabbri, «per due chiacchiere da foyer — sorride il direttore artistico —. In questo momento surreale, da mascherine e guanti, è indispensabile recuperare socialità e umanità. La realtà non è solo quella che vediamo. Bisogna sognare e il teatro è una fabbrica di sogni e speranze».
❞ Sugli eventi annullati o rinviati è importante fare programmi, ma ho imparato che è impossibile mettere al guinzaglio il destino