Corriere della Sera (Bergamo)

Malati Covid anche al Cristallo Palace

In hotel 35 pazienti su 90 posti, anche una dottoressa Tra tute bianche, percorsi «puliti» e «sporchi» Le storie degli operatori da Benevento e da Napoli

- Di Giuliana Ubbiali

Arrivano in pigiama, con lo zainetto o il trolley. Le ambulanze li portano direttamen­te dagli ospedali: sono i pazienti senza più febbre, ma che devono stare in isolamento e a casa non hanno gli spazi. Al Cristallo Palace ieri ne sono arrivati altri 14, oltre ai 21 già ospitati da lunedì. C’è posto per 90 persone: «Abbiamo continue richieste dagli ospedali, cerchiamo di soddisfarl­e», dice l’amministra­tore della società «Le Rondini» che gestisce il servizio. Ci sono percorsi «puliti» e «sporchi».Gli operatori sono bardati con tute, mascherine, guanti, visiere. Diversi arrivano dal Sud e alle spalle hanno storie di altre emergenze, come il terremoto in Abruzzo o il G8 di Genova.

Alle 14.40 la prima ambulanza della giornata si ferma davanti al Cristallo Palace, a Bergamo. Scende una signora in pigiama e vestaglia rosa, con il suo mondo del momento in uno zainetto. Alle 14.48, un anziano in tuta grigia e con il trolley. Alle 14.57 un altro anziano che nel bagaglio ha messo anche la grinta. Alza i pollici all’insù: «Dai, per Pasqua», risponde all’incoraggia­nte «benvenuto, speriamo per voi che ve ne andiate presto» di Roberto Rao, l’amministra­rore della società «Le Rondini» che nell’hotel gestisce i pazienti dimessi dagli ospedali.

Non hanno più la febbre ma devono stare in isolamento per 14 giorni o comunque fino a due tamponi negativi in 24 ore, però a casa non hanno le condizioni per vivere separatame­nte dai familiari. Ieri era previsto l’arrivo di 8 persone, alla fine della giornata ne sono state accolte 14. Con le 21 già ospitate da lunedì, sono 35 in tutto. Di sette piani con 12 camere ciascuno (il primo è per il personale), tre sono di fatto pieni. I posti in tutto sono novanta: «Ogni giorno ci arrivano numerose richieste dagli ospedali, che hanno bisogno di liberare i letti — è nel pieno dell’organizzaz­ione Rao —. Facciamo il possibile per soddisfarl­e, oggi (ieri ndr) abbiamo accolto più persone del preventiva­to e per domani già otto sono in lista». Tra gli ospiti c’è una dottoressa ospedalier­a che non vede l’ora di uscire: un tampone è già negativo, oggi dovrebbero farle il secondo. L’età media è di 50-60 anni, ma sono arrivati anche un ragazzo di 30 e, ieri, qualche persona più grande.

Chi arriva non attraversa la hall. Entra dalla porta elettrica all’estremità destra della vetrata e prosegue seguendo il muro. Agli ascensori due cartelli con scritto «verde» e «giallo» indicano che sono «puliti» e li usa il personale. Con i pazienti, invece, si supera la porta di servizio fino al montacaric­hi. Antonello Festa e Antonio Infante vanno loro incontro alle ambulanze, uno li prende sotto braccio e l’altro porta lo zaino o il trolley. Sono bardati con tuta bianca, mascherina, visiera, guanti. Sono due operatori socio sanitari (oss). Festa, 40 anni, a Benevento ha moglie e figlio di 10 anni: «Sono un precario della sanità, lasciare la famiglia è un sacrificio ma rimarrò finché sarà necessario». È un ex carabinier­e e ha fatto il G8 di Genova. Infante, 33 anni, arriva da Napoli, nel 2009 è stato a Poggio Picenze, in Abruzzo, con la protezione civile: «Li sapevamo a che cosa andavamo incontro, qui no. Ogni paese era diventato una comunità, qui le persone sono sole». Gli oss sono sei, gli infermieri tre, compreso Rao. Roberta Cattaneo, 26 anni, di Ranica, medico, è al suo primo incarico e sarà presente sei giorni su sette. Franco Sorvillo, medico di Novara, ci sarà tre volte la settimana. Dei servizi alberghier­i, come la sistemazio­ne delle camere, si occupano sei migranti (assunti) che arrivano da un lungo percorso di accoglienz­a. Ciam Modu, 20 anni, è arrivato dal Gambia nel 2016 e ricorda bene la data precisa: «Il 5 novembre, con la barca». Dalle

stanze non si esce, il cibo viene portato con il carrello fuori dalla porta. Joseph Donis è lo psicologo: «Gli ospiti sono provati, ma si sentono fortunati. C’è chi ha parenti ricoverati e pensa a loro». Rao vuole inventarsi qualcosa per non farli sentire soli e lancia un appello: «Sarebbero utili dei tablet, se qualcuno potesse donarceli». Quanto si andrà avanti non si sa, il contratto con Ats è di tre mesi.

Al Winter Garden di Grassobbio gestito dalla cooperativ­a Osa tutti i 120 posti sono occupati. In settimana dovrebbero iniziare ad uscire i primi ospiti. Si sta ragionando su un terzo albergo.

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 ??  ?? In quarantena Sopra, l’arrivo al Cristallo Palace di una paziente dimessa dall’ospedale. A sinistra, dall’alto: Roberto Rao, amministra­tore della srl Le Rondini che gestisce l’hotel e la dottoressa Roberta Cattaneo, due operatori in attesa degli arrivi
In quarantena Sopra, l’arrivo al Cristallo Palace di una paziente dimessa dall’ospedale. A sinistra, dall’alto: Roberto Rao, amministra­tore della srl Le Rondini che gestisce l’hotel e la dottoressa Roberta Cattaneo, due operatori in attesa degli arrivi
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