«Ossigeno a casa, lacrime di sollievo»
Parlano i distributori di Medigas. L’Ats: il sistema finalmente sta funzionando
I dipendenti di Medigas che trasportano l’ossigeno liquido a casa ricordano le lacrime della figlia di un paziente quando li vide arrivare per la prima volta con un nuovo contenitore, «dopo due giorni in cui non trovava nulla». Le consegne, da quasi tre settimane, sono 140 al giorno. E l’Ats spiega che «le soluzioni adottate stanno funzionando».
L’ossigeno gassoso, quello usato solitamente, non si trovava più. Bisognava telefonare a decine di farmacie per tentare di ottenere una bombola, senza certezze. «Ricordo quando per la prima volta siamo arrivati a casa di un paziente di Bergamo con un contenitore di ossigeno liquido, la figlia ci ha accolto sulla porta ed è scoppiata a piangere: stava girando per le farmacie da due giorni con suo padre che faceva sempre più fatica a respirare, e non aveva ancora trovato niente. Se avesse potuto ci avrebbe abbracciato». E invece no, niente abbracci nell’era del Covid19. Le parole sono di un ditri pendente della Medigas, gruppo Siad, che ancora oggi fa la spola tra il centro di smistamento di Brescia, in via Rose, e il territorio coperto dalla sua azienda, di proprietà della famiglia Sestini: Bergamo, Gorle, Ponteranica, Orio, Sorisole, Torre Boldone, quasi un quinto di tutta la popolazione provinciale. Il resto della provincia è garantito da altri sei operatori di livello nazionale: Sapio, MedicAir, VitalAire Italia, Vivisol, Gas tecnici Foligno e Rivoira Nippon Gas (queste ultime due alleate tra loro per la distribuzione). «Rispetto alla routine precedente, oggi trovi persone che ti aspettano sgranando gli occhi, anche senza volerlo percepisci che stai trasportando qualcosa di veramente importante», proseguono aldipendenti della Medigas, prima di salire sui loro furgoni, uno a fianco all’altro nell’area dello stabilimento dove vengono preparati i contenitori di ossigeno liquido, che esce dai silo a meno 180 gradi.
L’emergenza ha avuto un impennata dopo la prima settimana di marzo. Non si trovavano più bombole di ossigeno gassoso e per quello liquido (che garantisce una durata 8 volte superiore a parità di volume), servivano prescrizioni degli pneumologi. «In deroga ai canali ordinari abbiamo attivato la possibilità di far prescrivere ai medici di base o di continuità assistenziale, l’ossigeno liquido, facendo in modo che le farmacie attivassero così la consegna a domicilio da parte delle aziende — ricorda Arrigo Paciello, direttore del Servizio farmaceutico dell’Ats di Bergamo —. In una prima fase era disponibile solo la Siad, che doveva sostenere ritmi di produzione e distribuzione incredibili e quindi si rischiava di avere ancora alcuni ritardi nella consegna. A quel punto abbiamo riunito in via digitale le sette principali aziende produttrici del Paese. Ed è stata organizzata una suddivisione del territorio, a partire dal 21 marzo. Così la soluzione adottata è andata a regime, sta funzionando».
In tutto, dal 14 marzo, sono stati consegnati in provincia di Bergamo 2.938 (140 al giorno) contenitori di ossigeno liquido da 26 mila litri, che assomigliano a fusti di birra, più larghi delle bombole tradizionali. «Quelle sono state recuperate casa per casa anche grazie all’intervento del colonnello dei carabinieri Paolo Storoni con i suoi uomini, e alla protezione civile — dice ancora Paciello —. L’ossigeno tradizionale serve ancora nelle fasi di attivazione, in attesa che arrivi quello liquido».
L’idea dei ritmi sostenuti la danno anche i dipendenti e i dirigenti aziendali: «Dopo la prima settimana di marzo e ancora di più dal 14 abbiamo lavorato come non era mai successo — dice Massimiliano La Bella, coordinatore della logistica di Medigas e Nazzareno Bonansinga, responsabile del sito Siad in via Rose a Brescia —. Per almeno 15 giorni non ci sono stati sabati o domeniche per la produzione e la distribuzione, siamo andati avanti respirando davvero il clima di una missione».
Uno dei distributori di Medigas, Stefano — che aveva incrociato gli occhi pieni di lacrime della figlia di quel paziente che non trovava l’ossigeno tradizionale — anche ieri mattina era in centro a Bergamo a distribuire i contenitori. Al culmine dell’emergenza ne aveva portati nelle case anche 40 al giorno, da solo.
8 volte superiore la durata dell’ossigeno liquido a parità di volume. Utilizzarlo ha garantito una svolta per l’assistenza domiciliare dei contagiati