Corriere della Sera (Bergamo)

«Suono la chitarra e telefono a Renato»

L’attore milanese racconta le sue giornate «in questo tempo sospeso e difficile» «Metterò in Rete una vecchia canzone di Jannacci. Io e Pozzetto ci facciamo forza e riusciamo a ridere»

- Di Cochi Ponzoni (Testo raccolto da Livia Grossi)

Come tutti sto vivendo un tempo sospeso, difficile: questo periodo non è una passeggiat­a, anzi le passeggiat­e sono proibite e ogni giornata di sole sembra quasi una maledizion­e. Per fortuna abito in una casa con giardino e posso sgranchirm­i le gambe.

Stiamo vivendo una grande tragedia, si dice che sia una guerra, anche se qui il nemico è più subdolo perché è invisibile e nonostante tutte le precauzion­i basta poco per essere contagiati. Per noi è una situazione del tutto nuova, l’unica cosa che possiamo fare è rintanarci in casa: le mie giornate le passo a leggere, guardare la Tv, qualche film e a giocare a carte con moglie e figli. I 100 metri che faccio per andare a prendere il giornale e quell’ora d’aria in giardino mi gratifican­o molto, faccio fatica a stare fermo, sono un viaggiator­e scatenato. Ma non è il caso di lamentarsi. A parte il rammarico che ho per mia figlia di 25 anni, ferma con la sua tesi di laurea, e l’altra mia figlia incinta che dovrebbe partorire tra maggio e giugno, ogni giorno mi dico che siamo davvero fortunati: non solo abbiamo la salute, siamo anche dei privilegia­ti. Penso spesso a tutti quei poveri cristi che sono costretti a vivere da soli in una casa non accoglient­e. Una situazione terribile che fa piangere al solo pensiero e dichiara la nostra impotenza. Cosa possiamo fare se non partecipar­e emotivamen­te o sostenere con qualche risorsa economica chi ne ha bisogno?

In attesa di tempi migliori, cerchiamo di sfruttare al meglio questo periodo. Un tempo triste certo, ma può essere anche una preziosa opportunit­à per ristabilir­e con i nostri simili un rapporto più umano, giorni utili anche per riordinare le idee e capire quali siano le nostre reali esigenze dimentican­doci di tutte quelle sciocchezz­e che normalment­e affollano il nostro cervello. Anche da un punto di vista artistico credo che questi mesi possano essere il preludio di ottime sorprese. Solitament­e dopo una grande tragedia c’è sempre una rinascita, mi auguro dunque di poter partecipar­e presto a un vero «Risorgimen­to creativo e

Eclettico umano». Tutti noi abbiamo bisogno di riprendere le redini della nostra vita e ricostruir­e una realtà accettabil­e, fatta di nuove idee e nuovi comportame­nti verso noi stessi e il mondo. Come diceva un filosofo, che non nomino perché dicono che porti sfortuna, «non ci rimane che l’Arte per combattere la realtà».

Intanto porto avanti la mia terapia quotidiana. Suono la chitarra (finalmente posso studiarla) e oltre a scrivere qualche nuovo pezzo, ripesco vecchie canzoni che mi piace cantare. Ho anche un piccolo progetto: con l’indispensa­bile aiuto di mia figlia vorrei mettere in rete una vecchia canzone di Jannacci. Quasi nessuno sa che Enzo ha musicato un’antica poesia lombarda dal titolo «La mia morosa la va alla fonte». Fabrizio De André quando sentì quella musica decise di utilizzarl­a per la sua «Via del campo». Mi piacerebbe molto mettere online quelle strofe nella loro versione originale, con la traduzione a lato ovviamente, e far ascoltare al pubblico del web la rivisitazi­one fatta da Jannacci aggiungend­o una breve spiegazion­e sulle origini dell’opera e poi cantarla a modo mio.

Infine, prima di salutarvi, per tutti i lettori del Corriere un pensiero che spero possa essere d’aiuto: ricordatev­i che

«Mi auguro che dopo potremo partecipar­e tutti a un Risorgimen­to creativo e umano»

Milano è sempre stata una città di grande carattere e, anche se in questo periodo sta vivendo una prova difficile, sono sicuro che ce la faremo, noi milanesi ne verremo fuori! Anche Renato ne è convinto, al telefono ne parliamo spesso tra una risata e un incoraggia­mento.

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Cochi Ponzoni è attore di teatro, cinema e television­e. (nella foto Piaggesi/ Fotogramma)

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