I militari italiani «Quei “grazie” dalle finestre»
Ieri erano a Zogno, San Pellegrino e Villa d’Adda: sono già 23 su 64 le Case di riposo finora sanificate dalle squadre militari. Quelle russe si notano di più, vista la tendenza a sventolare bandiere arrivando nei paesi. Ma con loro ci sono sempre gli italiani del 7° Reggimento Rilevamento chimico, batterico, radiologico e nucleare «Cremona» di stanza a Civitavecchia, da oltre una settimana alla caserma del Reggimento Aves «Aquila» di Orio. Sono militari che hanno partecipato a numerose missioni all’estero, soprattutto in Afghanistan. «Ne ho svolte due anche io — ricorda il loro comandante, tenente colonnello Dario De Masi, 42 anni, leccese —. In missione il nostro scopo è quello di assicurare il massimo della protezione ai soldati, qui lo facciamo per i cittadini nell’ambito delle attività previste per la Difesa, di intervenire nelle emergenze». Gli interventi vengono pianificati su scala settimanale con Ats e Protezione civile. Il giorno prima si svolge un sopralluogo, quindi la mattina breve briefing con i russi e partenza, scortati dai carabinieri. Arrivati sul posto, i capisquadra parlano con la direzione della Casa di riposo per farsi un quadro dell’intervento mentre i tecnici indossano le protezioni, e si entra. «Per ogni struttura serve una giornata, più o meno, dipende dalle dimensioni: si va dai 60 ai 150 posti. Arriviamo sempre in 50 tra noi e i russi, due o tre persone si occupano nella parte interna, le altre dell’esterno e poi della decontaminazione del personale in uscita». I tempi dell’intervento sono serrati ma si riesce a sentire il supporto della gente: «Ci sono persone che dalle finestre ci gridano “grazie, ragazzi” o “viva l’esercito”. Spesso troviamo i sindaci che ci aspettano, altri ci telefonano la sera per ringraziarci per il lavoro fatto. È una cosa molto bella, che ci rende orgogliosi del nostro compito».