Ion e il grazie dei vicini: la mia cittadinanza onoraria
«Vuoi fotografarlo?». A quel foglio di carta Ion Izimiuk, 43 anni, origini ucraine, tiene tantissimo. Cosa rappresenta lo dice lui stesso: «È la mia cittadinanza onoraria». Così, in tenuta da lavoro, abbandona per un attimo i colleghi volontari e si avvia verso il suo furgone, parcheggiato davanti alla Fiera. Apre la portiera, recupera il foglio e lo mostra: «Grazie per il tuo contributo in questa lotta. Piccoli gesti eroici cambiano il mondo», la scritta in pennarello con qualche cuore qua e là. «Me lo hanno lasciato i miei vicini di casa — racconta —. Abito al Cassinone, saranno 600 metri da qui». Ion è in Italia da 15 anni insieme alla madre, a un fratello e una sorella. È sposato e ha un figlio di 3 anni e mezzo. Fa il cartongessista. «Ho ricevuto la mail di Confartigianato e lunedì 23 marzo mi sono presentato. Alle 19.30 abbiamo iniziato. Uscendo tutti i giorni, i miei vicini mi vedevano andare e venire. Così, vista la situazione, ho preferito spiegare loro il motivo. E la sera mi sono ritrovato quel foglio. È stato davvero emozionante». Gli si illuminano gli occhi e poi mostra il braccialetto in cuoio con la scritta «Mola mia». Un tappezziere di Bratto ne ha mandati 600 in regalo. Anche Ion ha una storia legata al coronavirus: «Un amico di 56 anni è in ospedale intubato — spiega —. Non aveva nessun altra malattia. Speriamo che tutto questo passi il prima possibile e che ci si possa ritrovare, magari per un’uscita tutti insieme».