Corriere della Sera (Bergamo)

«Mi sono offerto di aiutare, l’egoismo va lasciato a casa»

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Di Bergamo si è innamorato nel 2007, durante una vacanza. In quel periodo, Cristian Vargas, originario della Bolivia, viveva a Madrid. «Ho lasciato il lavoro e mi sono trasferito», racconta. Ha un figlio di 8 anni e ora abita a Seriate. Fa il magazzinie­re ed è un volontario intraprend­ente: «Non mi ha chiamato nessuno — racconta —. Ho letto sul giornale che stavano costruendo l’ospedale da campo con i volontari e mi sono presentato sette giorni fa. Guarda caso, cercavano proprio un carrellist­a con il mio patentino». Reclutato. «Ho caricato e scaricato tutto il materiale e quando non c’era più nulla, mi sono messo a disposizio­ne per imbiancare e dare una mano su tutto quello che serviva». Ci ha pensato, prima di proporsi: «Mi sono detto: in questo momento l’egoismo bisogna lasciarlo a casa». Anche lui alle prese con un rullo da imbianchin­o, che poi è ciò che fa nella vita, il connaziona­le Josè Luis Izerna, 50 anni, di Bergamo, per la fotografia di rito infila la mascherina con i colori della sua Bolivia. In Sudamerica ha lasciato madre, fratelli «e tanti cugini — dice —. A tutti loro vorrei lanciare un messaggio, che stiano in casa e non si muovano. Il sistema sanitario boliviano è diverso da quello italiano. È tutto più difficile. Se non hai i soldi, in Bolivia, è triste». Josè Luis è all’opera dalle 5 del mattino: «Sono molto emozionato — ammette —. Mi sono sentito in dovere di collaborar­e per questo Paese che mi ha aperto le porte».

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Dalla Bolivia Cristian Vargas vive a Seriate e ha un figlio di 8 anni. Fa il magazzinie­re e grazie al suo patentino da carrellist­a è stato subito arruolato

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