Corriere della Sera (Bergamo)

Addio Cometti, il fascino dell’uomo in nero

- Di Davide Ferrario

Per i figli bergamasch­i del boom economico Zaccaria Cometti era un punto fermo. Ci portavano al Brumana padri che vivevano i pomeriggi allo stadio in canottiera e con in testa cappellini fatti con un foglio di giornale: un artigianat­o minimo che a noi bambini sembrava un gesto di inarrivabi­le abilità e sanciva il limite invalicabi­le col mondo degli adulti. Mio padre andava in Curva Sud, e per metà della partita io stavo a osservare quel tipo lì sotto di noi vestito di nero, il più vicino, e questa prossimità deve essere stata significat­iva perché poi, uno volta che ho cominciato a giocare a calcio, a differenza degli altri io ho sempre voluto fare solo il portiere. Ed è stato per via di Zaccaria Cometti. Era quello il nome dell’omino in nero, che si fissò nella mia mente solo quando alle elementari cominciai a fare la raccolta delle figurine Panini. Cometti, in quanto portiere titolare dell’Atalanta, aveva l’invidiabil­e fortuna di essere sempre la prima figurina dell’album. È anche l’unica persona, in tutta la mia vita, che ho conosciuto con quel fantastico nome da «Albero degli zoccoli». Ma d’altra parte tutto, allora, era veramente strano, se visto con gli occhi di oggi. Le fotografie della Panini erano stampate male, d’accordo, ma le facce di tutti i giocatori raccontava­no vite vissute: Cometti, anche in quelle scattate quando aveva 25 anni, sembra un signore sull’orlo della pensione. È come se quella generazion­e cresciuta nella guerra non sia mai stata davvero giovane. E fa anche impression­e, scorrendo quei vecchi album, constatare come, a partire dal buon Zaccaria, fosse comune, tra i giocatori dell’Atalanta, il nome di Bergamo come luogo di nascita. Fu infatti un giovanotto di Verdello a soffiare il posto a Cometti: il mitico Pizzaballa. Lui sì, per noi ragazzotti più cresciuti, un portiere con un nome. Venduto Pizzaballa, Cometti tornò a difendere la porta nerazzurra con umiltà e tenacia. Finito di giocare, divenne allenatore dei portieri. Il maledetto Covid-19 si è portato via anche lui, e non c’era momento più simbolico per marcare la frattura tra un «prima» e un «dopo» nella storia della nostra città.

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Zaccaria Cometti con la maglia dell’Atalanta
Figurina Zaccaria Cometti con la maglia dell’Atalanta

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