I City Angels alle mense (chiuse) dei poveri
I volontari: dopo questa emergenza troveremo ancora più cittadini bisognosi di aiuto
Prima dell’emergenza coronavirus, giravano per la città di sera. Portavano coperte e generi di conforto a chi cercava riparo sotto i ponti. Oggi, l’attività dei City Angels di Bergamo è cambiata. Di giorno fanno squadra con i volontari del Comune per portare i farmaci e la spesa agli anziani. A pranzo e a cena controllano invece che chi si mette in fila per avere un pasto alle mense dei poveri (chiuse in questo periodo di emergenza) rispetti la distanza di sicurezza.
«Diversamente da prima — dice Francesco Graziano, coordinatore dei City Angels di Bergamo — c’è più gente che ha bisogno. Come gli anziani soli a cui teniamo compagnia anche al telefono». Poi ci sono i poveri, quelli che una casa in cui stare non ce l’hanno. Ci sono i dormitori, come il Galgario, che resta aperto 22 ore al giorno e serve pasti all’interno. Ma c’è anche chi resta a vivere per strada e passa a ritirare i pasti alle mense dei poveri. «Tra le 10 e mezzogiorno — spiega Graziano — stiamo alla mensa dei Cappuccini. Aiutiamo a preparare i sacchetti con il cibo e a sorvegliare che, fuori, non si creino assembramenti». All’ora di cena i City Angels si spostano alla mensa vicino alla staziorischiare. ne. «Qui il cibo arriva già pronto dal Patronato di Sorisole, controlliamo solo che chi sta in fila mantenga le distanze — racconta Graziano —. Ad aiutarci ci sono anche i ragazzi dell’Agenzia per l’integrazione. Purtroppo le mense sono chiuse per l’emergenza coronavirus e possiamo solo distribuire i sacchetti con il cibo da mangiare altrove».
I City Angels temono che, una volta finita questa emergenza, crescerà anche a Bergamo la richiesta di aiuto. «Qualcuno perderà il lavoro e chi già prima faceva fatica ad arrivare alla fine del mese, poi avrà ancora più difficoltà — dice Graziano —. È successo dopo la crisi del 2008, purtroppo temo che succederà di nuovo. Ci sarà ancora più bisogno di aiutare le persone fragili». In questi giorni sono una ventina i City Angels al lavoro in città. «Uscire è un rischio — dice Graziano —. Ci sono City Angels che vivono con parenti anziani e allora non possono permettersi di Ma chi può aiutare gli altri, è contento di farlo. Aiutare fa sentire persone migliori».
Graziano ha un solo rammarico. A dicembre, aveva scritto a cento grandi aziende bergamasche per chiedere aiuto. Voleva comprare un vecchio furgone, da usare per distribuire materiale ai senzatetto. «Mi hanno risposto in cinque — racconta —. Quattro mi hanno detto che non potevano aiutarci, solo un’azienda ci ha donato 500 euro. Ma il furgone non l’abbiamo preso: avremmo dovuto raccogliere almeno 4 mila euro. Se l’avessimo preso, adesso riusciremmo più agevolmente a distribuire la spesa e i farmaci agli anziani».