Corriere della Sera (Bergamo)

I City Angels alle mense (chiuse) dei poveri

I volontari: dopo questa emergenza troveremo ancora più cittadini bisognosi di aiuto

- Silvia Seminati

Prima dell’emergenza coronaviru­s, giravano per la città di sera. Portavano coperte e generi di conforto a chi cercava riparo sotto i ponti. Oggi, l’attività dei City Angels di Bergamo è cambiata. Di giorno fanno squadra con i volontari del Comune per portare i farmaci e la spesa agli anziani. A pranzo e a cena controllan­o invece che chi si mette in fila per avere un pasto alle mense dei poveri (chiuse in questo periodo di emergenza) rispetti la distanza di sicurezza.

«Diversamen­te da prima — dice Francesco Graziano, coordinato­re dei City Angels di Bergamo — c’è più gente che ha bisogno. Come gli anziani soli a cui teniamo compagnia anche al telefono». Poi ci sono i poveri, quelli che una casa in cui stare non ce l’hanno. Ci sono i dormitori, come il Galgario, che resta aperto 22 ore al giorno e serve pasti all’interno. Ma c’è anche chi resta a vivere per strada e passa a ritirare i pasti alle mense dei poveri. «Tra le 10 e mezzogiorn­o — spiega Graziano — stiamo alla mensa dei Cappuccini. Aiutiamo a preparare i sacchetti con il cibo e a sorvegliar­e che, fuori, non si creino assembrame­nti». All’ora di cena i City Angels si spostano alla mensa vicino alla staziorisc­hiare. ne. «Qui il cibo arriva già pronto dal Patronato di Sorisole, controllia­mo solo che chi sta in fila mantenga le distanze — racconta Graziano —. Ad aiutarci ci sono anche i ragazzi dell’Agenzia per l’integrazio­ne. Purtroppo le mense sono chiuse per l’emergenza coronaviru­s e possiamo solo distribuir­e i sacchetti con il cibo da mangiare altrove».

I City Angels temono che, una volta finita questa emergenza, crescerà anche a Bergamo la richiesta di aiuto. «Qualcuno perderà il lavoro e chi già prima faceva fatica ad arrivare alla fine del mese, poi avrà ancora più difficoltà — dice Graziano —. È successo dopo la crisi del 2008, purtroppo temo che succederà di nuovo. Ci sarà ancora più bisogno di aiutare le persone fragili». In questi giorni sono una ventina i City Angels al lavoro in città. «Uscire è un rischio — dice Graziano —. Ci sono City Angels che vivono con parenti anziani e allora non possono permetters­i di Ma chi può aiutare gli altri, è contento di farlo. Aiutare fa sentire persone migliori».

Graziano ha un solo rammarico. A dicembre, aveva scritto a cento grandi aziende bergamasch­e per chiedere aiuto. Voleva comprare un vecchio furgone, da usare per distribuir­e materiale ai senzatetto. «Mi hanno risposto in cinque — racconta —. Quattro mi hanno detto che non potevano aiutarci, solo un’azienda ci ha donato 500 euro. Ma il furgone non l’abbiamo preso: avremmo dovuto raccoglier­e almeno 4 mila euro. Se l’avessimo preso, adesso riusciremm­o più agevolment­e a distribuir­e la spesa e i farmaci agli anziani».

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Volontari I City Angels consegnano anche la spesa a casa agli anziani

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