La solidarietà stellata Cerea in Fiera, De Martino in Croce Rossa
Gli chef: è una corsa alle donazioni
Un centinaio di coperti al giorno su tre turni (colazione, pranzo e cena), un menù fatto di «cose semplici e molta verdura», afferma Chicco Cerea, lo chef tristellato di «Vittorio». Un numero che raddoppierà quando l’ospedale da campo dell’Ana entrerà in funzione, ma soprattutto una dispensa enorme a disposizione. È la montagna, e non in senso letterale, di derrate alimentari che è arrivata alla Fiera di Bergamo dopo l’appello che lo stesso chef bergamasco aveva lanciato non appena abbozzata l’idea dell’ospedale degli Alpini. «Abbiamo solo l’imbarazzo della scelta, ma già con il Comune, Italtrans e gli stessi alpini stiamo pensando di confezionare dei pacchi di alimenti da donare alle famiglie che ne hanno bisogno». A capo di uno staff di 15 addetti, Chicco Cerea dirige le grandi manovre di cucina che prevedono, anche in questo caso, nuove disposizioni relative alle distanze, ai dispositivi di protezione delle persone e degli alimenti che risultano tutti salvaguardati grazie a speciali protezioni in plexiglass. «Quello della Fiera di Bergamo è un ambiente che già conoscevamo e nel quale ci siamo trovati fin da subito benissimo, anche a livello logistico. Rendersi utili in un momento come questo ci è sembrata la cosa più giusta da fare, per noi è un onore e ci consente di mantenerci in “attività” dal momento che tutti i rami della nostra impresa sono fermi».
Non pensa al suo futuro aziendale, nemmeno lo chef Umberto De Martino, stella del Florian Maison di San Paolo d’Argon. È dal primo giorno dell’emergenza che, con l’aiuto di alcuni famigliari tra cui la compagna Monia Remotti, cucina centinaia di pasti per la Croce Rossa dell’hinterland: «Abbiamo cominciato con circa una ventina di pasti al giorno, ma davanti alle crescenti richieste non abbiamo potuto dire di no. Adesso superiamo i 200 pasti al giorno». Anche nel suo caso si registra una corsa alle donazioni solidali: chi mette a disposizione i furgoncini con le celle refrigeranti, chi prodotti alimentari freschi e chi gli appositi contenitori monouso con cui attuare il trasporto giornaliero. E in questa onda di generosità ci si sono messi pure i ristoratori piemontesi delle Langhe che, in collaborazione con l’Ente Fiera del Tartufo bianco di Alba, hanno portato in dono alle cucine di chef Umberto dei prodotti tipici della loro terra. Adesso la bandiera piemontese sventola nella cucina del Florian con le dediche e le firme di sostegno. «Non ci hanno fatto mancare nulla, dall’acqua al caffè, ci hanno fornito di tutto. È un mese che andiamo avanti tutti i giorni e non ci fermeremo finché ci sarà bisogno di noi. Il futuro? Ci penseremo domani. Molti clienti ci hanno chiesto se avessimo pensato di predisporre dei menù di Pasqua da asporto. Abbiamo deciso di non attivarci in questo senso. Alla nostra clientela diamo appuntamento in circostanze più felici. E speriamo che sia presto».