Corriere della Sera (Bergamo)

Nembro, uno studio per capire il contagio

L’istituto propone analisi sierologic­he a tappeto nei comuni più colpiti, dove l’epidemia si è fermata Al vaglio della Regione nel bando sulla ricerca

- Maddalena Berbenni

Test sierologic­i di massa per capire la reale portata dell’epidemia da Covid-19 e dare risposte ai dubbi su possibili ricadute. È il progetto che l’Istituto di ricerche farmacolog­iche Mario Negri vorrebbe realizzare nei paesi più colpiti: di sicuro Nembro e poi probabilme­nte Albino, Alzano, Zogno, tutti comuni dove l’onda sembra essersi placata. Non avrebbe senso, altrimenti. La Regione deciderà se sostenerlo nell’ambito del bando da 4 milioni di euro per la ricerca sull’emergenza. E proprio dal Welfare lombardo dovrebbe arrivare in queste ore l’indicazion­e sul tipo di test che sarà usato per la «fase 2», che prelude alla riapertura, uno screening su chi è stato sottoposto al tampone ed è in fase di guarigione.

Dal suo studio il professor Giuseppe Remuzzi, direttore del Mario Negri, risponde più trafelato che mai. «È una cosa che ci piacerebbe fare — dice sul progetto —, ne abbiamo parlato con il sindaco di Nembro e abbiamo, tra l’altro, kit che funzionano molto bene». Luca Perico, 37 anni, di Valbrembo, è ricercator­e nel Laboratori­o di Biologia cellulare e Medicina rigenerati­va. «La prima informazio­ne che ci può dare uno screening di massa — premette — è capire quanto è diffusa l’infezione nel territorio. Emergerebb­ero i numeri tralasciat­i dalle statistich­e ufficiali, di chi si è curato a casa e che non è stato sottoposto a tampone e dei portatori asintomati­ci che, pur essendo venuti in contatto con il virus, non hanno sviluppato la malattia. A Vo’, in Veneto, dove sono stati fatti i tamponi a tutta la popolazion­e, è risultato che gli asintomati­ci sono tra il 50 e il 70%». Se il tampone dà una diagnosi diretta, cioè cerca il virus nelle alte vie respirator­ie, il test sierologic­o indica se sono stati sviluppati gli anticorpi, se in passato, cioè, la persona ha avuto il Covid-19. Quello del Mario Negri andrà per prima cosa validato. È previsto nella fase iniziale del progetto. «È un kit molto semplice, funziona come un test di gravidanza — spiega Perico —. Ha una striscia su cui si trovano quelle proteine del virus che gli anticorpi attaccano per combatterl­o. Con una goccia di sangue e del reagente in dieci minuti hai l’esito: il liquido sale per diffusione e, se nel sangue ci sono gli anticorgià pi, questi attaccano le proteine e il test emette una banda viola». Avere gli anticorpi non significa essere guariti. «Esistono diversi tipi di anticorpo — prosegue Perico —. Quando entra in contatto con il virus, l’organismo risponde prima con anticorpi IgM e poi con IgG, che sono solitament­e più specifici. Il kit ci permette di distinguer­li ed è importante perché, se validato, chi ha il primo tipo di anticorpo potrebbe essere in una fase iniziale della malattia, dunque non solo infettivo ma potrebbe ancora sviluppare sintomi. Chi ha anticorpi IgG non è detto che non sia più contagioso, ma potrebbe aver risolto l’infezione». È altrettant­o significat­ivo un esito negativo del test, «perché ci dice quali persone vanno tutelate di più». Banalmente è utile per la scelta della mascherina: basta la chirurgica per chi è in via di guarigione, serve la Ffp3 per gli altri. L’altro interrogat­ivo riguarda le possibili ricadute: «Potremmo — conclude Perico — monitorare i pazienti positivi e vedere se mantengono l’immunità a lungo termine».

Il bando regionale scade il 15 aprile, ma, a Nembro, il sindaco Claudio Cancelli partirebbe anche domani: «Abbiamo dato la massima disponibil­ità a livello organizzat­ivo e logistico. E il centro Sant’Agostino potrà eseguire i prelievi. Ci auguriamo, però, che i tempi siano i più brevi possibile, perché sarà fondamenta­le per ripartire. Altre regioni si sono già mosse. Se chiudere il bando a metà mese vuole dire altro tempo, poi, per selezionar­e i progetti e organizzar­si, ci sembra troppo». Marina Noris, capogruppo della maggioranz­a e ricercatri­ce proprio al Mario Negri, sulla base dei dati regionali ha ricostruit­o la genesi dell’epidemia. Lo ha fatto da convalesce­nte senza tampone. «Siamo al plateau — evidenzia —, negli ultimi 7 giorni abbiamo avuto un aumento di una sola unità. Con i cittadini che rispettano le restrizion­i l’epidemia pare sotto controllo. I dati ci dicono anche che a Nembro la curva è partita a razzo: evidenteme­nte il primo caso del 23 febbraio ha scoperchia­to una pentola che bolliva già».

È importante non perdere tempo. Il bando scade a metà aprile, ma altre regioni si sono già mosse Claudio Cancelli sindaco

Kit rapido Con poco sangue, in 10 minuti, l’esito: la striscia viola indica se hai gli anticorpi

Gli asintomati­ci Uno screening su tutti i cittadini o su un campione significat­ivo, li farebbe emergere

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La piazza principale di Nembro il 7 marzo, il sabato che ha preceduto la settimana peggiore, quando i morti erano anche nove al giorno
Il picco La piazza principale di Nembro il 7 marzo, il sabato che ha preceduto la settimana peggiore, quando i morti erano anche nove al giorno
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