Corriere della Sera (Bergamo)

«Dalle nostre stime oltre 64 mila malati»

- (g.u.)

È una proiezione che parte dai dati del territorio. Dai medici di base che, anche senza tamponi ai loro pazienti a casa, tenendo conto dei sintomi hanno calcolato quanti sono i malati Covid-19. La stima è di 64.461 contagiati e 3.019 decessi: «Dati per difetto — fa presente il presidente dell’Ordine dei medici, Guido Marinoni — perché sono meno rappresent­ati i colleghi della Valle Seriana, la zona più colpita, perché ancora oggi molto impegnati».

L’indagine promossa dall’ordine, coordinata da Roberto Buzzetti, in collaboraz­ione con Paola Pedrini, Ivan Carrara e Tiziano Gamba, tutti medici, si basa su un sondaggio tra colleghi. Hanno risposto 65 medici di famiglia, per un totale di oltre 96.000 assistiti (70% con meno di 65 anni) «I nostri dati indicano che il 6,7% ha in atto o ha avuto l’infezione da Covid-19, compresi guariti e deceduti, mentre secondo i dati ufficiali, limitati a chi ha eseguito un tampone, saremmo a 0,86 per cento». Ai 64.461 si arriva proiettand­o la percentual­e sulla popolazion­e di tutta la provincia di Bergamo, 1.114.590 persone.

L’indagine restringe poi il campo ai medici che hanno fornito dati più completi, per 53.000 assistiti. I deceduti sono in media lo 0,3%: «In particolar­e, l’età sotto 65 anni avrebbe una mortalità dello 0,04% (4 casi su 10.000 assistiti) mentre al di sopra dei 65 anni si registra un 1,2% di mortalità», precisa lo studio dell’ordine. Proiettata la percentual­e sempre sulla popolazion­e di tutta la provincia, i medici arrivano a calcolare i 3.019 decessi, con la specifica che sono in difetto rispetto ai dati delle anagrafi perché manca almeno una parte della Valle Seriana. Questo riguarda la mortalità, intesa come rapporto tra deceduti e assistiti. La letalità, calcolata sul numero dei casi, risulta dello 0,7% sotto i 65 anni, e del 16,5% sopra (media del 5,6%).

I ricoverati sono in media lo 0,2 % degli assistiti, proiettato sulla provincia sono 2.282. Gli assistiti a domicilio sono l’ 1,8%, cioè 17.431 . I guariti sono il 2,4%, 22.822. Il motivo dell’indagine è che i dati ufficiali riguardano solo i pazienti sottoposti a tampone: «Ci siamo proposti di avere un’idea, anche approssima­tiva, della reale frequenza della patologia». La federazion­e degli ordini dei medici della Lombardia ha sollevato anche la questione del rientro al lavoro: i 14 giorni di quarantena non assicurano dal contagio. Ha scritto alla Regione e alle Ats raccomanda­ndo test rapidi immunologi­ci (quando saranno validati) prima del rientro al lavoro e, in caso di riscontro, il tampone. A partire dai sanitari e da chi lavora in comparti prioritari.

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A casa Le unità speciali di rinforzo ai medici di base

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