Il successo planetario di «Rinascerò, rinascerai» «È come una medicina»
Tradotto in tutto il mondo, «Rinascerò, rinascerai» è diventato l’inno italiano contro il coronavirus. In dieci giorni il video della canzone ha superato 11 milioni di visualizzazioni su Youtube: il brano è ascoltato anche in Germania, Polonia, Francia, Oltreoceano dagli Stati Uniti all’Argentina, fino a Hong Kong. La rivista americana «Billboard» ha intervistato Roby Facchinetti, coautore del pezzo insieme a Stefano d’Orazio, richiestissimo dalle emittenti europee. Dopo la tv greca, anche i canali di Canada e Albania dedicheranno, questa settimana, ampi servizi all’iniziativa di solidarietà.
Tutti i proventi dall’acquisto della canzone saranno, infatti, devoluti all’ospedale Papa Giovanni di Bergamo e nei giorni scorsi la Siae ha annunciato che, per la prima volta, rinuncerà alle sue provvigioni, aumentando quindi i guadagni che arriveranno dalla canzone dal testo che, nel frattempo, è conosciuto in tutto il mondo: sono state eseguite tante traduzioni in maniera spontanea, in turco, olandese, cinese, romeno, giapponese, croato, polacco, affinché anche chi soffre a causa del coronavirus all’estero possa comprendere il significato delle parole. Anche l’associazione di Bergamo ConosciLis ha tradotto il testo nel linguaggio dei segni per portare il messaggio di speranza a chi non può sentire.
«La soddisfazione maggiore proviene dai tanti pazienti ricoverati che mi ringraziano, scrivendomi in privato, sui social, dicendomi che non sanno cosa accadrà loro, ma che “Rinascerò, rinascerai” è come una medicina, una melodia terapeutica, che fa bene — afferma Facchinetti —. In altri casi, sono i familiari a fare forza ai loro cari o il personale medico facendo ascoltare la canzone. Questo è il compito della musica, dare conforto, sogno, evasione anche se per poco da una tragica realtà, energia per chi è aggrappato alla vita».
Facchinetti ha composto la musica, in modo spontaneo, sedendosi al piano dopo aver visto le immagini dei furgoni che trasportavano le salme fuori dalla Regione per essere cremate. «È molto peggio di una guerra perché durante i conflitti, le sirene dei raid aerei si sentirebbero quando i bombardieri si avvicinano e tutti si rifugerebbero, magari salvandosi. Adesso ci sono persino bambini in ospedale che hanno il virus. È come essere dentro un incubo senza fine», ha dichiarato il cantante a «Billboard». «C’è una leggera flessione nella mortalità, ma cambia poco, è uno spiraglio, tireremo un sospiro di sollievo quando le vittime saranno davvero poche. Per ora, abbiamo bisogno di credere nella rinascita», conclude l’artista.
Su Youtube Il video ha 11 milioni di visualizzazioni. Il testo tradotto anche in giapponese