Cassa integrazione o stipendi tagliati Il calcio lombardo alle prese con la crisi
Dalla B alla C, i club e lo stop ai campionati
C’è chi invoca il taglio degli stipendi del 30% e chi farà ricorso alla cassa integrazione. C’è chi annuncia che verserà regolarmente gli emolumenti a ogni dipendente e chi aspetta che sia la Lega a cui appartiene a trattare con l’Associazione italiana calciatori le condizioni. La crisi economica che si è abbattuta sui club, a causa dell’epidemia da coronavirus, alle prese con evidenti problemi di cash flow, avrà ripercussioni nelle tasche dei giocatori che a tutte le latitudini, dall’Eldorado della serie A al panorama più modesto della Lega Pro, dovranno contribuire alle perdite della congiuntura economica.
Se nel mondo dorato della serie A, dove gli ingaggi sono principeschi, Milan, Inter, Atalanta e Brescia hanno votato ieri in assemblea la delibera secondo la quale i calciatori dovranno rinunciare a un sesto della retribuzione annuale lorda qualora la stagione pur in ritardo riprendesse, o a un terzo nell’eventualità di uno stop definitivo del campionato (in pratica 2 o 4 mensilità), in Lega Pro lo scenario è più complesso.
Il Monza è stato il primo club a muoversi in tal senso: sabato Adriano Galliani ha annunciato di aver raggiunto con i propri tesserati l’accordo per decurtare del 50% lo stipendio di marzo. «E se non si torna in campo nell’imminenza, come sembra, pagheremo solo il 50% degli emolumenti anche ad aprile», aggiunge l’amministratore delegato della squadra brianzola che ha preferito non attendere l’esito del tavolo di accordo fra Ghirelli e Damiano Tommasi,
presidente dell’Aic. «A mio avviso, non andrebbe svolta nessuna trattativa collettiva con il sindacato perché all’interno della stessa Lega esistono realtà troppo diverse fra loro. Perciò ritengo che sia più corretto che ogni società raggiunga un accordo con i propri calciatori tenendo conto dei principi di equità e di solidarietà. Del resto, quando sottoscrivo un contratto con un giocatore mica coinvolgo l’Aic, non vedo perché dovrei farlo in questa circostanza».
Non tutti la pensano allo stesso modo. Il Como Calcio di Michael Gandler ha già annunciato che verserà regolarmente i salari dei giocatori (si aggirano attorno a una media di 100 mila euro, pochi i ragazzi che percepiscono 25 mila euro) e di tutti gli altri dipendenti. La società è solida, dopo il passaggio avvenuto un anno fa al gruppo inglese Sent Entertainment Ltd.
Patrizia Testa, presidentessa della Pro Patria di Busto Arsizio, dichiara che farà ricorso alla cassa integrazione. «In questa emergenza ciascuno, da una parte e dall’altra della barricata, dovrà fare la sua parte — dice la presidente —. Applaudo l’iniziativa di chi, come la Juventus, si è già mossa per trovare un’intesa con i calciatori. Ma in serie A ci sono altri budget e in Lega Pro il Monza e la Reggina sono due realtà che nulla hanno a che fare con le altre 58 squadre che partecipano ai campionati».
L’Albinoleffe attende indicazioni dal presidente Ghirelli dopo che avrà incontrato il sindacato dei giocatori. «Ma quanto dovremo aspettare?», si chiede Angelo Maiolo, dg del Lecco. «Se ci arriveranno indicazioni dai vertici della Lega fra una settimana è un conto, se dobbiamo aspettare due mesi cambia completamente lo scenario. I giocatori hanno bisogno degli stipendi e come posso chiedere la cassa integrazione per chi già guadagna meno di 50 mila euro? Se i tempi si protraggono, allora tanto vale affrontare il discorso dei tagli con i tesserati più pagati, salvaguardando i salari di chi fatica ad arrivare a fine mese».
In Serie B, la Cremonese dovrà attenere alle linee guide emanate ieri dall’assemblea, diretta dal presidente Balata. In pratica, nella serie cadetta si è deciso di sospendere gli stipendi da quando l’attività agonistica si è interrotta e fino alla ripresa. Poi i club avranno facoltà di tagliare gli emolumenti fino al 30%. L’Aic è già sul piede di guerra, la battaglia del grano è appena iniziata.
Pro Patria In questo momento ciascuno deve fare la sua parte, il nostro budget non consente soluzioni fantasiose
Lecco I giocatori hanno bisogno dei salari, da noi la maggior parte non arriva a 50 mila euro annui
Cremonese Attendiamo la conferma delle linee guida: sospensione degli ingaggi fino alla ripresa dell’attività agonistica