Alle piccole imprese 30 milioni
Banca Intesa e Comune: soldi a fondo perduto e prestiti agevolati. «Un modello per il Paese»
Un accordo da 30 milioni per le imprese della città (più altri 15 per quelle della provincia), presentato dal sindaco Giorgio Gori e dal Ceo di Intesa Sanpaolo Carlo Messina. Un pacchetto per la ripresa, «che deve diventare un modello per il Paese», dice Messina. Sono risorse a fondo perduto per le spese sostenute dalle piccole imprese durante il lockdown, più contributi e prestiti a tasso agevolato per il rilancio.
Quello che state facendo per ripartire, a Bergamo, dev’essere un simbolo per tutto il Paese Carlo Messina Ceo Intesa Sanpaolo
Siamo in contatto anche con altri possibili contributori al nostro Fondo, ci sono tanti bisogni da soddisfare Giorgio Gori Sindaco di Bergamo
L’obiettivo è erogare aiuti in tre settimane: prestiti con interessi dello 0,4%, azzerabili
Si chiama Programma Rinascimento l’operazione da 30 milioni messa a punto da Intesa Sanpaolo con il Comune di Bergamo. Un piano per supportare le micro e piccole attività d’impresa, e i piccoli esercizi commerciali e artigianali della città in difficoltà dopo l’emergenza coronavirus. «Quello che state facendo per ripartire, a Bergamo, dev’essere un simbolo per tutto il Paese», dice il Ceo dell’istituto bancario, Carlo Messina, presentando l’accordo durante una videoconferenza con la stampa. Il progetto prevede contributi a fondo perduto e prestiti per le imprese cittadine, soprattutto quelle di picComune cole dimensioni. L’obiettivo è duplice: consentire di coprire le spese vive dovute ai mesi del lockdown e gli interventi necessari alla ripartenza e anche incentivare interventi di mobilità sostenibile. «Una leva potente, per risollevare la città che ha subito il peggior contraccolpo dalla pandemia», dice il sindaco Giorgio Gori. Oltre a una quota di risorse (3 milioni) a fondo perduto per le urgenze di queste settimane, il meccanismo prevede altra liquidità immediata (7 milioni) per avviare progetti di rilancio delle imprese. «Questo modello — dice Messina — è quello che dovrebbe essere seguito anche a livello nazionale. Il sostegno alle imprese non può passare solo dai prestiti, servono risorse a fondo perduto».
Fondo e i finanziamenti
Entro la prossima settimana il pubblicherà il bando. «Vogliamo arrivare in tempi molto brevi all’erogazione dei contributi, tre settimane al massimo», dice il sindaco. I canali sono due. Il primo è quello appunto dei contributi a fondo perduto, che le aziende potranno ottenere — fino a un massimo di 1.500 euro — per coprire le spese del periodo del lockdown (al 100% nel periodo marzo-maggio) e dei mesi a venire (al 50% tra giugno e dicembre). A disposizione per questo capitolo ci sono 3 milioni. Poi c’è la parte degli investimenti per la ripresa. In totale la banca mette a disposizione 27 milioni: 7 in contributi a fondo perduto, 20 in prestiti «a impatto». Le imprese dovranno presentare progetti di riqualificazione e rilancio della propria attività, compresi interventi di aggiornamento in materia di misure di sicurezza per gli ambienti di lavoro. «Valuteremo quale debba essere la quota di contributi a fondo perduto — dice Messina —, potremmo arrivare al 20 o al 30%, verranno valutati i singoli casi». In sostanza, per ogni progetto il tetto è di 10 mila euro a fondo perduto e di una quota di finanziamento (da stabilire in questi giorni, tra i 30 e i 40 mila euro) a un tasso d’interesse dello 0,4%: il 40% del prestito erogato dovrà essere restituito nei primi 5 anni, il restante 60% entro 10 anni. «Abbiamo concordato la possibilità di azzerare il tasso di interesse — spiega Gori — se su scala cittadina verranno raggiunti obiettivi di tipo qualitativo». A gestire la parte amministrativa del Programma Rinascimento, con la raccolta delle domande e poi l’erogazione dei fondi, sarà Cesvi, Ong con cui il Comune ha firmato una convenzione. «Questo progetto con Intesa è stato pensato e voluto per il mondo delle imprese — spiega Gori —. Siamo in contatto con altri istituti bancari e altri possibili contributori al nostro Fondo di mutuo soccorso. Ci sono tanti altri bisogni da soddisfare, la pandemia si è trasformata in crisi sociale». Con i 10 milioni di Intesa, l’ammontare del fondo comunale è ora di 12 milioni di euro (1,25 milioni da Banca d’Italia, 300 mila la dotazione stanziata da Palafrizzoni, 50 mila arrivano da Aruba, altre risorse da donazioni private). «Non ci sono, al momento, interlocuzioni per accordi di questo tipo in altre città — spiega Messina —, ma Brescia potrebbe essere un’altra realtà in cui applicare questo piano. Vogliamo lavorare su quei territori colpiti dall’emergenza sanitaria e che, come Bergamo, hanno una grande forza imprenditoriale». Una strategia che fa sorgere una domanda inevitabile: il sostegno al rilancio di due città molto colpite dalla pandemia, ma anche molto coinvolte nell’azionariato di Ubi, sulla quale Intesa ha lanciato un’Offerta pubblica di scambio giusto la settimana prima dell’esplosione della pandemia in Italia. «Non confondiamo i piani, l’Ops non ha nulla a che fare con questa iniziativa. Siamo la banca dei territori, e l’avremmo lanciata in ogni caso. Noi comunque siamo intenzionati ad andare avanti su Ubi — dice Messina —, c’è anche una certa convenienza per il territorio nell’Ops, vista la fase di difficoltà».
La provincia e il modello
Oltre a questi 30 milioni, Intesa ne mette a disposizione altri 20 che verranno gestiti dalla Provincia: di questi, 5 andranno ai Comuni che devono realizzare le opere accessorie alla tramvia della Valle Brembana, gli altri 15 per prestiti a impatto per le imprese della provincia di Bergamo. Gori pensa poi a incentivi per favorire la mobilità dolce: «Viste le difficoltà con i mezzi pubblici, ci aspettiamo un aumento dell’uso dei mezzi privati, che però vorremmo limitare». Un altro dei fronti che attendono la città nei prossimi mesi. Messina alza lo sguardo addirittura al contesto europeo: «Nell’Ue, come in Italia, l’economia si risolleverà solo se ci sarà una componente di contributi a fondo perduto accanto a quella del credito. Una risposta alle forme di egoismo cui purtroppo abbiamo assistito in questa fase a livello europeo».