Corriere della Sera (Bergamo)

Alle piccole imprese 30 milioni

Banca Intesa e Comune: soldi a fondo perduto e prestiti agevolati. «Un modello per il Paese»

- di Simone Bianco e Silvia Seminati

Un accordo da 30 milioni per le imprese della città (più altri 15 per quelle della provincia), presentato dal sindaco Giorgio Gori e dal Ceo di Intesa Sanpaolo Carlo Messina. Un pacchetto per la ripresa, «che deve diventare un modello per il Paese», dice Messina. Sono risorse a fondo perduto per le spese sostenute dalle piccole imprese durante il lockdown, più contributi e prestiti a tasso agevolato per il rilancio.

Quello che state facendo per ripartire, a Bergamo, dev’essere un simbolo per tutto il Paese Carlo Messina Ceo Intesa Sanpaolo

Siamo in contatto anche con altri possibili contributo­ri al nostro Fondo, ci sono tanti bisogni da soddisfare Giorgio Gori Sindaco di Bergamo

L’obiettivo è erogare aiuti in tre settimane: prestiti con interessi dello 0,4%, azzerabili

Si chiama Programma Rinascimen­to l’operazione da 30 milioni messa a punto da Intesa Sanpaolo con il Comune di Bergamo. Un piano per supportare le micro e piccole attività d’impresa, e i piccoli esercizi commercial­i e artigianal­i della città in difficoltà dopo l’emergenza coronaviru­s. «Quello che state facendo per ripartire, a Bergamo, dev’essere un simbolo per tutto il Paese», dice il Ceo dell’istituto bancario, Carlo Messina, presentand­o l’accordo durante una videoconfe­renza con la stampa. Il progetto prevede contributi a fondo perduto e prestiti per le imprese cittadine, soprattutt­o quelle di picComune cole dimensioni. L’obiettivo è duplice: consentire di coprire le spese vive dovute ai mesi del lockdown e gli interventi necessari alla ripartenza e anche incentivar­e interventi di mobilità sostenibil­e. «Una leva potente, per risollevar­e la città che ha subito il peggior contraccol­po dalla pandemia», dice il sindaco Giorgio Gori. Oltre a una quota di risorse (3 milioni) a fondo perduto per le urgenze di queste settimane, il meccanismo prevede altra liquidità immediata (7 milioni) per avviare progetti di rilancio delle imprese. «Questo modello — dice Messina — è quello che dovrebbe essere seguito anche a livello nazionale. Il sostegno alle imprese non può passare solo dai prestiti, servono risorse a fondo perduto».

Fondo e i finanziame­nti

Entro la prossima settimana il pubblicher­à il bando. «Vogliamo arrivare in tempi molto brevi all’erogazione dei contributi, tre settimane al massimo», dice il sindaco. I canali sono due. Il primo è quello appunto dei contributi a fondo perduto, che le aziende potranno ottenere — fino a un massimo di 1.500 euro — per coprire le spese del periodo del lockdown (al 100% nel periodo marzo-maggio) e dei mesi a venire (al 50% tra giugno e dicembre). A disposizio­ne per questo capitolo ci sono 3 milioni. Poi c’è la parte degli investimen­ti per la ripresa. In totale la banca mette a disposizio­ne 27 milioni: 7 in contributi a fondo perduto, 20 in prestiti «a impatto». Le imprese dovranno presentare progetti di riqualific­azione e rilancio della propria attività, compresi interventi di aggiorname­nto in materia di misure di sicurezza per gli ambienti di lavoro. «Valuteremo quale debba essere la quota di contributi a fondo perduto — dice Messina —, potremmo arrivare al 20 o al 30%, verranno valutati i singoli casi». In sostanza, per ogni progetto il tetto è di 10 mila euro a fondo perduto e di una quota di finanziame­nto (da stabilire in questi giorni, tra i 30 e i 40 mila euro) a un tasso d’interesse dello 0,4%: il 40% del prestito erogato dovrà essere restituito nei primi 5 anni, il restante 60% entro 10 anni. «Abbiamo concordato la possibilit­à di azzerare il tasso di interesse — spiega Gori — se su scala cittadina verranno raggiunti obiettivi di tipo qualitativ­o». A gestire la parte amministra­tiva del Programma Rinascimen­to, con la raccolta delle domande e poi l’erogazione dei fondi, sarà Cesvi, Ong con cui il Comune ha firmato una convenzion­e. «Questo progetto con Intesa è stato pensato e voluto per il mondo delle imprese — spiega Gori —. Siamo in contatto con altri istituti bancari e altri possibili contributo­ri al nostro Fondo di mutuo soccorso. Ci sono tanti altri bisogni da soddisfare, la pandemia si è trasformat­a in crisi sociale». Con i 10 milioni di Intesa, l’ammontare del fondo comunale è ora di 12 milioni di euro (1,25 milioni da Banca d’Italia, 300 mila la dotazione stanziata da Palafrizzo­ni, 50 mila arrivano da Aruba, altre risorse da donazioni private). «Non ci sono, al momento, interlocuz­ioni per accordi di questo tipo in altre città — spiega Messina —, ma Brescia potrebbe essere un’altra realtà in cui applicare questo piano. Vogliamo lavorare su quei territori colpiti dall’emergenza sanitaria e che, come Bergamo, hanno una grande forza imprendito­riale». Una strategia che fa sorgere una domanda inevitabil­e: il sostegno al rilancio di due città molto colpite dalla pandemia, ma anche molto coinvolte nell’azionariat­o di Ubi, sulla quale Intesa ha lanciato un’Offerta pubblica di scambio giusto la settimana prima dell’esplosione della pandemia in Italia. «Non confondiam­o i piani, l’Ops non ha nulla a che fare con questa iniziativa. Siamo la banca dei territori, e l’avremmo lanciata in ogni caso. Noi comunque siamo intenziona­ti ad andare avanti su Ubi — dice Messina —, c’è anche una certa convenienz­a per il territorio nell’Ops, vista la fase di difficoltà».

La provincia e il modello

Oltre a questi 30 milioni, Intesa ne mette a disposizio­ne altri 20 che verranno gestiti dalla Provincia: di questi, 5 andranno ai Comuni che devono realizzare le opere accessorie alla tramvia della Valle Brembana, gli altri 15 per prestiti a impatto per le imprese della provincia di Bergamo. Gori pensa poi a incentivi per favorire la mobilità dolce: «Viste le difficoltà con i mezzi pubblici, ci aspettiamo un aumento dell’uso dei mezzi privati, che però vorremmo limitare». Un altro dei fronti che attendono la città nei prossimi mesi. Messina alza lo sguardo addirittur­a al contesto europeo: «Nell’Ue, come in Italia, l’economia si risollever­à solo se ci sarà una componente di contributi a fondo perduto accanto a quella del credito. Una risposta alle forme di egoismo cui purtroppo abbiamo assistito in questa fase a livello europeo».

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(Ansa/ Stefano Cavicchi) Una delle tante vetrine chiuse in centro
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Piccole e micro L’obiettivo del Programma Rinascimen­to è aiutare soprattutt­o imprese del commercio, del turismo, dell’artigianat­o
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