Corriere della Sera (Bergamo)

I russi lasciano la Fiera Ma l’ospedale resta

In partenza i militari inviati da Putin alla fine di marzo per aiutare il Papa Giovanni e per sanificare le case di riposo La dg Stasi: i presidio servirà anche per i controlli sui dimessi

- Di Maddalena Berbenni

Entrati nella Fase 2, è tempo di ripartenze, anche vere. Ieri, quella del contingent­e russo, impegnato tra Fiera e sanificazi­oni, è stata celebrata due volte: al mattino, in via Lunga, con il sindaco Giorgio Gori e il direttore generale del Papa Giovanni XXIII Maria Beatrice Stasi, e al pomeriggio, all’hotel San Marco, il quartier generale di questo mese e mezzo di missione coronaviru­s a Bergamo, con l’amasciator­e Sergey Razov. «La risposta migliore sono i pazienti che abbiamo guarito», taglia corto sulle polemiche che avevano accompagna­to l’arrivo della brigata. E poi nella hall accoglie, gomito contro gomito, Attilio Fontana. Annunciato all’ultimo, il presidente della Regione si presenta con il sottosegre­tario ai Rapporti con le delegazion­i internazio­nali Alan Rizzi e gli assessori Pietro Foroni (alla Protezione civile) Claudia Maria Terzi (Infrastrut­ture) e Lara Magoni (Turismo).

In una sala dove i militari sono schierati in divisa e solo loro a una giusta distanza, non manca la bandiera della Federazion­e russa, sventolata dal primo giorno, quando ancora i malati di Covid riempivano le terapie intensive. Ora lo scenario è cambiato, anche in Fiera. I ricoverati attuali sono 34: 6 gravi, 28 meno. Un centinaio in tutto i pazienti passati dai padiglioni, su un cui eventuale smantellam­ento pare si sia ragionato in questi giorni. Ma da Fontana in giù è un avanti tutta: «Non abbiamo nessuna intenzione di trasferire né di modificare né di togliere l’ospedale in Fiera — dichiara il governator­e —, anche perché dobbiamo essere pronti a prevenire o anticipare eventuali altri rigurgiti della diffusione del virus». Il dg del Papa Giovanni ribadisce il concetto: «Il presidio in Fiera non perderà la sua funzione, che è quella di restare prudenzial­mente allestito in vista di una possibile ripresa del virus, e di essere impiegato per tutti quei bisogni, ambulatori­ali soprattutt­o, legati alla Fase 2. Il Covid è una malattia che richiede anche controlli successivi alla dimissione e grazie a questa struttura avremo ulteriori spazi da utilizzare in tal senso». Certo, a patto che Protezione civile e Ana continuino a fare la loro parte. «Resteremo in Fiera sicurament­e fino al 31 luglio (la data dell’ordinanza di requisizio­ne dell’immobile, ndr) e c’è un’ipotesi concreta di proseguire fino al 31 dicembre», afferma il capo della Sanità alpina Sergio Rizzini.

Tutto questo a margine dei tanti «spasiba» (grazie) ai 104 russi: 28 medici e 4 infermieri, anche donne, hanno curato 76 pazienti già dimessi, e in 72 hanno sanificato 120 case di riposo tra Bergamo e Brescia. È il generale Sergey Kikot, comandante del contingent­e, a tracciare il bilancio e a ricordare il lavoro fatto «senza fermarci mai neanche nei giorni di festa, lo consideria­mo un nostro dovere. I nostri medici hanno messo il cuore in ogni paziente curato». Del primo accolto in Fiera parla il consiglier­e comunale Ezio Deligios: «È un mio carissimo amico, che è stato vicino alla morte e ha superato la malattia dopo due mesi», racconta dopo avere espresso, a nome del sindaco, il grazie della città e ricordato i tanti legami tra Bergamo e Russia. Il prossimo sarà un gemellaggi­o con San Pietroburg­o, anticipa. Tra le varie autorità, ci sono il consiglier­e regionale del M5S Dario Violi, il prefetto Enrico Ricci, il questore Maurizio Auriemma e il comandante dei carabinier­i Paolo Storoni. «Con il contingent­e russo, gli Alpini, Emergency e la Protezione civile abbiamo fatto una sperimenta­zione organizzat­iva che dovremmo brevettare», sottolinea Stasi. «Spero che questa esperienza rappresent­i un’ulteriore pagina del legame tra i nostri Paesi», osserva l’ambasciato­re, come Fontana: «Avete portato il vostro aiuto concreto, ma anche il valore della solidariet­à, dell’amicizia e del non sentirsi soli nei momenti difficili. Grazie».

L’ospedale in Fiera resta anche ora che è superata l’emergenza Attilio Fontana governator­e

L’impegno dei militari rafforza i legami tra Russia e Italia Sergey Razov ambasciato­re

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In divisa Del contingent­e militare russo fanno parte anche alcune donne, ieri schierate all’hotel San Marco (Ansa/Manzoni)
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