Luci accese e voglia di tornare in sala
M’illumino d’immenso. Fuor di poesia, una sensazione che si prova al cinema. Arte di luce, che tende all’immensità. Quando trasporta lo spettatore ben oltre i confini naturali, dello spazio e del tempo. Ieri le luci di tante sale, da due mesi spente per l’emergenza sanitaria, si sono riaccese. Anche gli schermi di Bergamo e provincia hanno abbracciato l’iniziativa #riaccendilcinema, un flash mob promosso in tutta Italia da Anec – Associazione nazionale esercenti cinema. «Per fare vedere al nostro pubblico che ci siamo — spiega Domenico Dinoia, di Anec Lombardia —. L’abbiamo fatto nella serata dei David di Donatello. Una scelta voluta, simbolica». Dinoia si sofferma sui numeri «non da poco» della Bergamasca dove tutto è chiuso dal 23 febbraio. «Rispetto allo stesso periodo dell’anno passato — spiega — nei cinema di Bergamo e provincia si sono persi 3,5 milioni di euro, 400 mila spettatori». Si parla di streaming e drive-in ma occorre lavorare su «un’idea di riapertura, che per il momento non c’è. Ci auguriamo si possa giungere presto a una data. La prima, forse a fine giugno con le arene estive. Un banco di prova, per arrivare a inizio autunno a riaprire gli schermi al chiuso». Molti cinema rischiano, «senza adeguati sostegni e se i tempi dovessero allungarsi, di essere costretti a cessare l’attività». Anche in un territorio di radicata cultura cinefila: «Insieme a Milano e Brescia — prosegue il presidente —, Bergamo è la città lombarda con la più alta percentuale di spettatori in sala». Dinoia conclude adattando lo slogan «il virus non ucciderà il cinema». Aggiunge: «Nemmeno lo streaming lo ucciderà».