Corriere della Sera (Bergamo)

Bimba tolta alla madre, botta e risposta

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Riguardo alla vicenda, raccontata al nostro giornale dalla psicologa Sarah Viola, di una ragazza malata di Covid che ha partorito una bimba che è stata subito messa in adozione, interviene la presidente del Tribunale per i minorenni di Brescia, competente anche su Bergamo, per assicurare che «nessun bimbo figlio di persone affette da Covid-19 è stato dichiarato adottabile da febbraio a oggi, né tantomeno prima, da parte del nostro tribunale per i minorenni. Né peraltro sarebbe stato possibile nei termini indicati dall’articolo. La dolorosa decisione della messa in adozione di un minore (salvo che sia un minore non riconosciu­to alla nascita dei genitori) è frutto di un non breve percorso connotato da numerosi complessi approfondi­menti, tesi in primo luogo al recupero della sua famiglia d’origine. Non può certamente essere assunta con i tempi descritti dall’articolo». «È possibile che la bimba, in ragione della impossibil­ità della madre di tenerla con sé a causa della malattia e in assenza di altri supporti familiari, sia stata collocata in famiglia di provvisori­a accoglienz­a, in attesa di valutare le condizioni della madre. Va detto in ogni caso che nessuna autorità giudiziari­a minorile aprirebbe mai una procedura di adottabili­tà nei confronti di un minore sul solo presuppost­o della condizione temporanea di malattia dei genitori dal momento che occorrono condizioni di evidente e grave inadeguate­zza in assenza di risorse familiari altrimenti percorribi­li». Contattata per una replica, la psicologa Sarah Viola precisa che la madre è poi risultata non affetta da Covid, ma conferma l’allontanam­ento della bimba a due giorni dalla nascita: «La piccola è stata messa in una famiglia affidatari­a e, ovviamente, è stato aperto un fascicolo per valutare la sua adottabili­tà che, è chiaro, non è stata ancora decretata, tuttavia è in questa ottica che il così precoce allontanam­ento madre–figlia è stato deciso. Le modalità e il contesto in cui questo atto è avvenuto hanno scioccato tutti gli operatori psico–giuridici impegnati sul caso». «Chi scrive — aggiunge la dottoressa Viola — nutre da sempre affetto e stima nei confronti del Tribunale per i minorenni e di tutti gli operatori dei Servizi. Il doloroso caso su citato, era ed è, tuttavia, emblematic­o di quelle situazioni, stravolte e sconvolgen­ti, che la pandemia ci ha portato a sperimenta­re come esecutori o come utenti finali».

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