Corriere della Sera (Bergamo)

Il piccolo orfano che balla col lupo

L’amicizia tra un tredicenne e un animale in fuga dal circo sullo sfondo della Londra vittoriana

- Marta Ghezzi

Le prime parole di Marta Palazzesi escono di getto: «vittoria inaspettat­a», dichiara. Il suo nome era nella cinquina dei finalisti del Premio Strega Ragazze e Ragazzi 2020, lei però sostiene di essere stata colta di sorpresa e di non aver mai pensato al premio. Scaramanzi­a? Timore di una delusione? Non lo rivela. «Così è ancora più emozionant­e», dice sorniona.

La scrittrice milanese non è in città, si trova in Toscana, nella campagna fra Siena e Grosseto, terra d’origine paterna. «Al momento del lockdown, a marzo, eravamo già qui — spiega —, rientrare per chiudersi in un appartamen­to con Leonardo, due anni e mezzo, e i nostri due ingombrant­i Labrador, Tango e Simba, non era una prospettiv­a allettante. Ci siamo fermati». Palazzesi si è aggiudicat­a il premio, per la categoria 6-10 anni, con il libro «Nebbia» (Il Castoro). A votarla sono stati duemila giovanissi­mi, impegnati nella lettura dei cinque testi proprio nei mesi delcaso l’emergenza sanitaria. «E questa è un’altra soddisfazi­one — sottolinea pronta — li abbiamo fatti evadere dalle mura di casa almeno con l’immaginazi­one».

Di cosa parla Nebbia?

«È un romanzo storico, ambientato nella Londra vittoriana di fine Ottocento. Il protagonis­ta è un orfano tredicenne, Clay. Il ragazzino è un mudlark (ragazzo di strada, ndr), vive in una baracca lungo il Tamigi e scava nel fango alla ricerca di oggetti da rivendere. Il recupero di un mazzo di tarocchi lo condurrà in un circo, e qui l’incontro con un lupo, l’ultimo esemplare vivente, cambierà la sua vita. I lupi nel Regno Unito venivano uccisi e hanno realmente rischiato l’estinzione, per questo è in mostra al pari di un leone o di un elefante».

Come è nata la storia? «Più che sui personaggi o sull’ambientazi­one, all’inizio mi concentro su un tema. Che mi appassiona o che voglio approfondi­re. Per “Nebbia” è stato il lavoro minorile, nel di “In Svizzera la cioccolata è più buona”, pubblicato da Einaudi, era la Shoah. Attingo da un archivio composto da cartelline dove conservo articoli, notizie, appunti».

Anche Milano ha una sua cartellina?

«Esiste e il materiale è sempre più corposo, ma non è ancora il suo momento. Il prosPatric­k simo romanzo, che uscirà in autunno, ha ancora un carattere storico-avventuros­o ed è ambientato in una piantagion­e americana».

Scrittrice ma anche traduttric­e.

«Traduco dall’inglese copioni e sceneggiat­ure per la Tv. Fra gli ultimi lavori, i “Diavoli” con Alessandro Borghi e Dempsey, e la serie su Leonardo da Vinci con Aidan Turner, la stavano girando prima della pandemia».

E nel tempo libero l’impegno con il Centro Formazione Supereroi.

«È una no profit di profession­isti della parola scritta, tutti convinti che la padronanza della scrittura aiuti al di là del percorso scolastico. Giriamo per le scuole di Milano e provincia, privilegia­ndo gli istituti più a rischio. In genere lavoriamo sull’autobiogra­fia: la capacità creativa degli studenti mi sorprende ogni volta, e aiutarli a far emergere e tradurre in racconti le emozioni è un vero privilegio»

Ispirazion­e

«Mi interessav­a il tema del lavoro minorile prima dei personaggi e dell’ambientazi­one»

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La scrittrice Marta Palazzesi, 36 anni (con i suoi cani Tango e Simba), è stata votata da 2000 giovanissi­mi
Soddisfatt­a La scrittrice Marta Palazzesi, 36 anni (con i suoi cani Tango e Simba), è stata votata da 2000 giovanissi­mi

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