Tradurre e scrivere Un’azienda da matita rossa
Dai testi di Dickens ai giovani talenti: il lavoro-passione di Rossella Monaco
La sua ultima traduzione è estremamente attuale: riguarda un libro di Mark Honigsbaum che parla delle pandemie del XIX e XX secolo, dall’Ebola alla Sars, e uscirà per Ponte alle Grazie. Ma è solo l’ultima di una lunga e svariata lista di traduzioni che include anche giganti della letteratura come Charles Dickens, Jules Verne e Francis Scott Fitzgerald. Autori ai quali Rossella Monaco, 33enne originaria di Ciserano ma residente a Boltiere, ha dato una voce italiana, «cercando di calarsi nel loro stile, nella loro anima». E portando sul mercato italiano testi inediti, come il pamphlet «Domenica in tre capi» (scritto da Dickens con lo pseudonimo di Timothy Sparks), «Trimalcione. La prima versione perduta del grande Gatsby» e la novella «Il bluff» (creata da
Autrice e non solo La sua agenzia lavora per le case editrici e promuove i testi di giovani scrittori
Verne negli stessi anni de «Il giro del mondo in ottanta giorni»). Traguardi importati e non alla portata di tutti, come altri risultati raggiunti da questa trentenne che «da bambina, al posto dei giochi, preferiva i libri». Da neolaureata «che non sapeva bene quale strada intraprendere», in una manciata di anni, Rossella Monaco si è trasformata in un’imprenditrice capace di scrivere una favola. La sua.
Dopo uno stage in una casa editrice milanese, nel 2010 ha fondato «La Matita Rossa», un service editoriale che si occupa di correggere i testi, impaginare, tradurre. A questo primo servizio rivolto soprattutto agli editori (fra i suoi clienti ci sono anche Rizzoli, Mondadori, Newton Compton), nel tempo si sono aggiunte «altre due anime»: l’agenzia letteraria, che propone alle case editrici testi inediti, fuori mercato o di autori talentuosi, e una divisione orientata alla formazione, che promuove corsi in tutta Italia. Dieci anni fa era una correttrice di bozze che sedeva, «sola alla scrivania, con in mano l’attribuzione della partita Iva e in testa tante domande». Oggi dà lavoro a 15 colleghe nel Paese, diverse per competenze ma accomunate dalla stessa passione. Come ci è riuscita? «Un passo per volta», alternando settimane sempre diverse. Un giorno è al pc nel suo ufficio casalingo, quello dopo in una delle tante fiere che animano la Penisola.
Il suo «romanzo» è ancora in formazione, ma è già frutto di «tanti fattori, incontri, persone ed eventi», sacrifici e impegno, «perché La Matita Rossa è una mia creatura e non si può abbandonare mai, né in vacanza, né quando ci sono problemi di salute o in famiglia». Ancor più in una situazione di incertezza come oggi. «Con questa pandemia il settore subirà un contraccolpo — dice —. Stiamo provando a capire cosa non funzionava e può essere migliorato. Sta emergendo un senso di comunità nuovo, in tutta la filiera». La sua agenzia, per esempio, è tra i fondatori di Adali (Associazione degli agenti letterari italiani), costituita di recente. Se il futuro dell’editoria è da riscrivere, il suo ha delle certezze: «Vorrei proseguire su questa strada, continuare a supportare i clienti del service, crescere per me e le mie collaboratrici, aiutare gli autori dell’agenzia a emergere». Al momento, di suo, ha già dato alle stampe alcuni racconti in antologia, un instant book sull’elezione di Papa Francesco e uno sulla rielezione di Giorgio Napolitano a Presidente della Repubblica, ha scritto con Pietro Garanzini «I grandi eroi della montagna» ed è in corso di pubblicazione un testo su «Le grandi famiglie italiane dall’Unità d’Italia a oggi». «Ho un romanzo più personale nel cassetto — rivela —, ma non è ancora pronto, potrebbe anche non esserlo mai». Troppo modesta? Non è dato sapere, ma c’è da scommettere sull’incipit: come per la prima parte della sua storia, è probabile che sia dei migliori.