Timori di quarantena, test disdetti
In caso di positività, la paura di doversi isolare porta il 15% a rinunciare. Synlab evita i tamponi, Habilita no
Di fronte al rischio di essere segnalati all’Ats o al proprio medico, a causa dell’eventuale positività al test sierologico, gli utenti rinunciano alle prenotazioni con Habilita oppure con il Comune di Canonica, che si è affidato al gruppo privato per lanciare la sua campagna sul territorio. La confusione resta protagonista: Habilita ha deciso che garantirà il tampone ai positivi al sierologico, Synlab invece procederà con una semplice segnalazione ai medici di base. E il Comune di San Giovanni Bianco procede per la sua strada: farà 200 test al giorno.
Libera interpretazione di una delibera avara di istruzioni, con gli uffici legali, e l’Ats, ancora al lavoro. In una situazione di confusione assoluta i test sierologici privati sono iniziati, in provincia di Bergamo, con i primi prelievi negli ambulatori di Habilita. Da questa mattina, a partire dalle 10.30, Synlab accoglierà invece senza prenotazione gli utenti che volessero sottoporsi agli stessi test, nei centri di Alzano, Azzano, Bergamo (via Don Orione) e Caravaggio. Ma i cittadini che risulteranno positivi al sierologico, e quindi avranno la certezza di aver sviluppato gli anticorpi e di aver contratto il virus (senza sapere quando), poi avranno anche il tampone grazie alle stesse strutture private? A voce l’assessore regionale Giulio Gallera aveva annunciato che questa sarebbe stata la linea. Nella pratica, la delibera non sembra porre troppi limiti, salvo dire che se un’azienda (o un Comune) chiedono a un laboratorio privato uno screening collettivo, di più persone, allora quel laboratorio deve garantire almeno il 10% di tamponi disponibili su tutta la «popolazione» analizzata. E da dove salti fuori quel 10%, visto che in provincia di Bergamo si registrano positività agli anticorpi oltre il 50%, non è dato sapere.
Ma comunque, il vero punto sui tamponi «di ritorno», cioè quelli dipendenti dall’esito del sierologico, è che si va a libera interpretazione. Synlab è un caso curioso: la società privata, nel suo laboratorio di Castenedolo (Brescia), esamina i tamponi per le Ats, anche per quella di Bergamo. Ma sui sierologici ha deciso semplicemente che chiederà a ogni utente positivo, di rivolgersi al suo medico per decidere cosa fare, oltre a consigliare l’isolamento domiciliare. «Attenzione perché chi ha gli anticorpi — interviene il presidente dell’Ordine dei medici Guido Marinoni — può essere messo in malattia dal proprio medico e poi attendere il tampone. Tutto questo deve essere compatibile con la capacità del sistema di effettuare quegli esami.
C’è il rischio di lunghe attese».
Habilita, che effettua i prelievi a Bergamo, Clusone, Osio Sotto, Bonate Sotto, Zingonia e Sarnico, punta però su un’interpretazione diversa rispetto a Synlab: «Faremo i tamponi, garantendoli noi. Contatteremo le persone positive al sierologico e riferiremo i dati all’Ats». Il gruppo privato deve ancora decidere in quali, dei suoi ambulatori, verranno fatti i tamponi rinofaringei. È probabile che oggi sul sito internet escano informazioni più dettagliate.
È evidente, comunque, che la strada dei test sierologici rischia di togliere risorse a tutto il sistema sui tamponi da effettuare. E anzi, può essere un modo per arrivare a tamponi di massa. Ma, appunto, la confusione regna sovrana. Alla stessa Habilita sono arrivate cancellazioni delle prenotazioni per i test, dopo la delibera con cui la Regione ha sottolineato che in caso di positività serve l’isolamento domiciliare, o più semplicemente la quarantena, oltre al tampone. E intanto c’è un medico del sistema ospedaliero, di esperienza, che decide di farsi sentire. È Privato Fenaroli, tra i primari del Papa Giovanni: «Raramente ho visto una tale confusione, è una situazione assurda. Ripeto a tutti all’infinito che il test sierologico non ha nessun valore diagnostico e curativo. Se proprio vogliamo trovare qualcosa di positivo, in questa situazione, diciamo alle persone che vanno a farlo di andare poi a donare il sangue, in modo da favorire la cura sperimentale con il plasma. Non riesco a vederci altro di buono».
Oltre le perplessità di molti, intanto, è partito a Canonica il progetto del Comune proprio con Habilita. Già 1.200 le prenotazioni. «Abbiamo allestito una struttura dedicata — chiarisce il sindaco Gianmaria Cerea — nel campetto da calcio, per gestire tutte le fasi in sicurezza». Le persone sono accolte dai volontari in un primo punto di triage con gel igienizzante e guanti, poi si spostano in accettazione, quindi passano da uno dei due box per il prelievo. Entrate e uscite sono separate con un percorso obbligato. A fine giornata, dei 182 che avevano fissato l’appuntamento si sono presentati in 157. Ci sono state anche a Canonica, quindi, cancellazioni per il timore della quarantena, soprattutto tra professionisti e artigiani. Fino al 15%, conferma il sindaco. Il 73% dei residenti che ha prenotato il test ha dichiarato di aver avuto sintomi riconducibili al Covid-19, ma più di un mese fa. «La speranza è che si faccia chiarezza e ci si organizzi — conclude il sindaco —. Se il test non ha valore diagnostico allora perché si mette la gente in quarantena?».
Chi ci crede, da tempo, è anche San Giovanni Bianco, dove la campagna sierologica è finanziata dalla Smipack e dal Comune: l’ente ha indetto una gara pubblica per scegliere la società che potrà effettuare i test. «La gara si chiude martedì 19 — dice il sindaco Marco Milesi — dal 25 maggio prevediamo 200 test al giorno». E intanto in provincia di Bergamo si contano 29 contagiati in più, in tutto 12.347. Altri 11 i decessi, sono stati in tutto 3.055.
Canonica
Al via la prima campagna comunale, con Habilita, il sindaco: si faccia chiarezza
I timori La paura di doversi isolare a casa, porta gli utenti a rinunciare al test sierologico