«Già a pranzo una ventina di ospiti Non ci speravo»
«Ieri ho riprovato l’emozione del primo giorno di scuola». Così ha vissuto la ripartenza Beppe Acquaroli, patron del Baretto di San Vigilio. «A pranzo abbiamo avuto una ventina di ospiti, non me lo sarei aspettato. Ci ha aiutato il bel tempo di una giornata ormai estiva, ideale per starsene in terrazza. E poi la gente, lo si percepisce, ha voglia di sedersi a una tavola che non sia quella di casa». Tutto liscio? «Nessun problema con la clientela, anzi direi che anche le regole che supponevo potessero generare malcontento, come il controllo della temperatura e l’obbligo di lasciare nominativi e numero telefonico (che poi vanno conservati per 14 giorni dal ristoratore, ndr), sono state ben accette. Ne va della sicurezza di ciascuno, è una consapevolezza comune e diffusa. Anzi, credo che la clientela premierà quelle insegne che sapranno trasmettere una sensazione di maggior sicurezza». Voi cosa avete fatto in tal senso? «Piccoli gesti ma significativi e ben visibili: personale sempre dotato di mascherine, sia in sala che in cucina; sanificazione delle mani ogni qualvolta il cameriere si approccia al tavolo; consegna dei tovaglioli con la pinza; Qr code sul tavolo con la possibilità di collegarsi col proprio cellulare al sito per leggere norme di sicurezza, menu e lista dei vini, senza nulla toccare se non i propri effetti personali; mascherine chirurgiche a disposizione della clientela che raggiunge il locale con dispositivi non a norma». E per distanze? «Abbiamo seguito le indicazioni più restrittive emanate dal Comune, con la distanza tra i tavoli aumentata a 1,5 metri, mantenendo il metro tra i clienti che danno di spalle. Si perdono coperti, ma non c’è altra soluzione per garantire sicurezza».
❞ Le regole che supponevo potessero generare malcontento, come il controllo della temperatur a e l’obbligo di lasciare nominativi e numero telefonico da conservare per 14 gorni, sono state ben accette. Ne va della sicurezza di ciascuno