Corriere della Sera (Bergamo)

Le terme: fateci riaprire Già persi tre milioni

- di Fabio Paravisi

La lista delle attività che non intravvedo­no ancora una data di riapertura si riduce sempre più. Ma ne fanno ancora parte le terme, sbarrate dall’8 marzo. «Nella confusa iperproduz­ione normativa che ci ha riguardato non siamo stati autorizzat­i a riprendere», protesta infatti Alberto Quadrio Curzio, amministra­tore delegato della società che comprende dieci centri benessere e terme, San Pellegrino incluso Dall’inaugurazi­one del 2014 la struttura della Val Brembana ha visto crescere sempre più clienti e fatturato: lo scorso anno i primi sono stati 197.794, il secondo 12 milioni e 400 mila euro. Dopo l’incorporaz­ione del Casinò, da ottobre in poi gli ingressi sono aumentati del 20% rispetto a un anno prima. E l’albergo «QC Room» ha avuto duemila presenze nei primi due mesi del 2020. Con lo stop è già stata calcolata fino a fine maggio una perdita di 3 milioni. Cifra che aumenterà in caso di mancata riapertura. I sessanta dipendenti sono in cassa integrazio­ne mentre i trenta massaggiat­ori, che sono liberi profession­isti, sono fermi e non guadagnano. In tutto il gruppo, che ha invece raggiunto 100 milioni di fatturato e 1.200.000 ospiti, i dipendenti sono 500 e i collaborat­ori 200. «Non possiamo riaprire — continua Quadrio Curzio — nonostante da anni applicassi­mo già i parametri di sanificazi­one dell’acqua ora imposti dall’ultimo dpcm alle piscine, le quali però stanno per aprire. A poco sembrano valere anche i recenti studi sul fatto che il virus non resiste negli ambienti caldi come le saune e i bagni turchi, o i ricambi d’aria da tre a dieci volte superiori alla norma». Di qui l’appello per la riapertura: «Mi basterebbe avere una norma semplice che reciti che laddove si possano garantire i medesimi standard di sanificazi­one dell’acqua e di distanza interperso­nale di una piscina, possano riaprire anche le vasche dei centri benessere e termali. Tenerci chiusi costa allo Stato 70.000 euro al giorno. Per non parlare dell’indotto». È per questo che il sindaco di San Pellegrino Vittorio Milesi dice di sperare «in una veloce riapertura: le terme sono ormai decisive per l’economia della valle».

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