Corriere della Sera (Bergamo)

I malati nelle case Il 58% ha gli anticorpi

I dati di un mese di screening: tra gli operatori sanitari si sfiora il 30% Al Papa Giovanni scarseggia­no i reagenti per i tamponi più rapidi Gallera: «Ora rischio basso, ma bisogna continuare a essere prudenti»

- Di Maddalena Berbenni

È più del solito un venerdì di numeri per l’assessore regionale al Welfare Giulio Gallera. Il più incoraggia­nte è quello 0,51% che segna il nuovo indice di contagio RT in Lombardia. Significa scendere da un rischio moderato a un rischio basso, calcolato sulla base di vari fattori come il numero delle terapie intensive o dei posti letto. Certo, è la fotografia della scorsa settimana: «Tenendo conto che da lunedì molte attività hanno riaperto, non dobbiamo pensare che stasera si vada tutti in centro città a prendere uno spritz, bisogna continuare a mantenere un atteggiame­nto molto prudente», raccomanda Gallera.

Per ora risposte a Niccolò Carretta non ne ha mandate. Il consiglier­e regionale del gruppo Lombardi civici europeisti, bergamasco, ha pubblicizz­ato su Facebook l’amichevole segnalazio­ne (niente «lei», ma un informale «tu») inviata all’assessore per uno sfogo raccolto dal personale del Papa Giovanni XXIII: «Mi è stato riferito che ci sono reagenti per soli tre giorni», spiega Carretta, che a Gallera chiede una verifica e un intervento tempestivo. I reagenti servono a processare i tamponi, alla Trucca non solo quelli dei pazienti ricoverati, ma in questi giorni anche del personale amministra­tivo e poi quelli da fuori: dall’Ats, che lavora con più laboratori, e di altri ospedali. Risulta, in effetti, che siano quasi esaurite le scorte per il tipo di tampone che dà l’esito in tempi più rapidi. Ma sono previsti rifornimen­ti per il fine settimana, che dovrebbero scongiurar­e stop. Se il sindaco Giorgio Gori, ad Agorà su Rai3, torna a sostenere la necessità di una mappatura non solo più estesa ma gratuita per i cittadini, ci sono medici in prima linea che criticano anche l’organizzaz­ione. «Il concetto oggi non è tanto la prevenzion­e in sé, ma la rapidità della prevenzion­e — osserva Fabrizio Zelaschi, pediatra a Rovetta —. La sanità del territorio andrebbe coinvolta. Se facessimo noi i tamponi, con i medici di famiglia, i tempi di ridurrebbe­ro. Ho visto un unico bambino sospetto Covid questa settimana. Ho chiesto il tampone e ancora non gli è stato fatto. E parliamo di riaprire i centri estivi. Mancano le condizioni». Per il presidente dell’ordine dei medici Guido Marinoni «il problema non è tanto fare il tampone, è processarl­o, è lì che si crea il cono di bottiglia». E insiste sulla necessità di concentrar­si «su un piano per l’autunno. Ci sarà la corsa al vaccino anti influenzal­e, che sarà utile a evitare febbri». E tamponi.

I numeri. In 24 ore sono stati processati 19 mila tamponi in tutta la regione. Conclusa la campagna nelle Rsa: 57 mila tamponi, sempre a livello regionale, di cui il 30% è risultato positivo. A Bergamo, ieri, 51 nuovi contagi (12.732 il totale). Gallera si sofferma sui test sierologic­i, eseguiti ai cittadini che si sono curati a casa e che hanno avuto contatti stretti con persone positive. Dal 23 aprile al 20 maggio l’Ats di Bergamo ne ha eseguiti 6.367: 3.710 cittadini, il 58,3%, hanno gli anticorpi (34% la media regionale). Test anche agli operatori sanitari: su 10.486 prelievi, hanno avuto il virus in 3.105, quasi il 30% (il 13,5% a livello regionale).

Le case di riposo Processati 57 mila tamponi in tutta la regione: il 30% ha la malattia

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L’ospedale Al Papa Giovanni sempre meno malati Covid nei reparti. Sono 30 in terapia intensiva

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