«I soldi all’assistenza per ora fuori budget»
I pagamenti delle attività di chi ha svolto l’assistenza domiciliare durante l’emergenza coronavirus, sono esclusi dal budget provvisorio previsto per i primi tre mesi dell’anno stabilito dall’Ats. Almeno fino a quando la Regione non stabilirà nuove modalità. La nota diffusa dall’agenzia della salute, a firma del direttore sociosanitario Giuseppe Matozzo, fa chiarezza dopo le critiche sollevate dalla Cgil. Il sindacato riportava la segnalazione di un operatore della Val Seriana, criticando il mancato rimborso dei costi fuori budget già sostenuti dalle varie strutture fra cui le cooperative che assistono i malati a domicilio. «Medici, infermieri, gli ausiliari e operatori socioassistenziali, avrebbero dovuto ignorare i bisogni dei loro pazienti — commentava Orazio Amboni, responsabile del settore
Welfare della Cgil —. Per fortuna hanno ascoltato la voce della loro etica e non quella delle delibere dell’Ats». L’agenzia sanitaria conferma che «la produzione realizzata potrà essere remunerata nei limiti delle regressioni tariffarie definite dalla delibera regionale», si legge nella nota. Verrà quindi pagato il 40% dei servizi che hanno superato del 6% il bilancio. La quota superiore a quel limite, invece, «non potrà essere remunerata». Poi la precisazione: «L’attività riconducibile all’emergenza Covid non rileva ai fini del monitoraggio del budget del primo trimestre 2020». Questo perché « non sono ancora definite da Regione Lombardia la modalità di rendicontazione e la relativa tariffa di presa in carico».