«Nell’emergenza le mafie agiscono ancora di più»
Il 2019 è un anno che conferma una presenza della ‘ndrangheta a Bergamo. Ma esiste anche un ritorno della criminalità organizzata siciliana. Lo fa notare Libera Bergamo, nel suo quinto dossier sulle Mafie e la criminalità organizzata ed economica, presentato ieri in streaming dalla sede della Provincia. Un segnale è l’inchiesta della Dda di Brescia che porta a sequestrare una società di prodotti petroliferi con sede legale in viale Papa Giovanni, legata a un imprenditore originario di Caltagirone, che sembra avere rapporti sia con Cosa Nostra a Gela sia con la Stidda, l’altra organizzazione operativa in quella stessa zona e nell’Agrigentino. Ed è ancora nella Stidda che si è imbattuta la Dda, con imprenditori di Sarnico e Costa Volpino che facevano da sponda a un sistema di evasione ampio. Segnali arrivati quasi in parallelo agli arresti dell’operazione
Papa, su contatti invece con personaggi di calibro della ‘ndrangheta e operazioni di intimidazione o di recupero crediti incrociate. Sono i fronti più caldi. Ma il 2019 è stato caratterizzato anche dal coinvolgimento di imprenditori nello stoccaggio di rifiuti in capannoni vuoti. Sono state 106, le notizie sulle mafie, la corruzione o altri episodi spia. «È una fotografia che mettiamo a disposizione della comunità bergamasca — dice il referente provinciale di Libera Francesco Breviario —. Dobbiamo essere consapevoli che le mafie agiscono ancora di più in periodi di particolare emergenza, come questo. E spesso lo fanno in alternativa alle istituzioni». Appello sottoscritto anche da Romina Russo, consigliere provinciale del Pd. «A fronte di un calo del 62% di reati negli ultimi mesi, l’usura è l’unico che cresce», sottolinea la presidente della commissione regionale antimafia Monica Forte.
Le inchieste ‘Ndrangheta, rifiuti e nuove presenze siciliane nelle indagini del 2019