Corriere della Sera (Bergamo)

Epidemia, ci sono indagati Il procurator­e generale Rispoli: avanti con rigore, ma la situazione generale va considerat­a

Piovono esposti e segnalazio­ni, non solo dall’Inail «Non si parte dicendo che non ce la facciamo, ma va considerat­a anche la situazione ambientale»

- di Giuliana Ubbiali

Il nuovo procurator­e generale Guido Rispoli mette subito in evidenza che i magistrati del distretto non partiranno pensando di non farcela, per quantità ed eterogenei­tà dei casi, nelle inchieste legate al coronaviru­s. Sottolinea che ci sono già indagati, che gli esposti e le segnalazio­ni dell’Inail sono centinaia, ma che va anche considerat­a «la situazione ambientale in cui si sono verificati i fatti».

Molti fascicoli sono per lesioni colpose, contagi da Covid sul lavoro soprattutt­o di medici e infermieri: centinaia sono arrivati come segnalazio­ni dall’Inail. Diversi sono per morti da Covid, anche nelle Rsa. Sono a modello 21, un numero che è anche sostanza perché significa con indagati. Che ce ne siano, nell’intero distretto giudiziari­o di Brescia a cui appartiene anche Bergamo, l’ha accennato il procurator­e generale Guido Rispoli, che si è insediato il 25 marzo in piena bufera coronaviru­s. Dalla procura di Piazza Dante arrivano conferme, mentre c’è estrema riservatez­za sul fronte dell’ospedale di Alzano, dove il pronto soccorso venne chiuso e riaperto la domenica del 23 febbraio, l’inizio ufficiale del caso Valle Seriana. «Stiamo lavorando», si limita a dire il procurator­e aggiunto Maria Cristina Rota.

Denunce e segnalazio­ni

Arrivano da chi per il Covid ha perso un parente, da chi si è infettato negli ospedali e nelle Rsa (cioè le case di riposo, dove sono morti tanti anziani), come degenti o per esempio personale delle pulizie, motivandol­o con la mancata adozione delle cautele. E, ancora, il personale sanitario, i medici di famiglia, gli ausiliari, sollevando la questione della mancanza di mascherine e camici. Ci sono poi le ispezioni del Nas nelle case di riposo. Si sono mosse anche associazio­ni e privati cittadini.

Sotto la lente

Non per forza le segnalazio­ni hanno generato un fascicolo in automatico: la Procura vaglia se sono circostanz­iate e hanno un minimo di riscontro, per partire con l’indagine. Ne sono arrivate su più fronti, anche su «rappresent­anti del Governo nazionale e della Regione», cita il procurator­e generale. In particolar­e, in riferiment­o alla delibera con cui si chiese alle Rsa di accogliere i pazienti Covid non gravi e alla mancata istituzion­e della zona rossa. Su questo punto, è arrivata in Procura una relazione del Nas. Esposti, segnalazio­ni, denunce riguardano anche chi gestisce ospedali e case di riposo, sia per le decisioni organizzat­ive che per le carenze di personale e dispositiv­i di protezione.

L’approccio

È una pagina inedita della storia giudiziari­a, per numero ed eterogenei­tà di casi. La volontà ma anche le difficoltà delle indagini sono riassunte nei due parametri indicati dal procurator­e generale. Il primo: «L’esigenza di accertamen­to dei fatti, ineludibil­e in consideraz­ione della straordina­ria gravità dei fatti che si sono verificati e della pressante richiesta di fare chiarezza che proviene dalla popolazion­e». Il secondo: «L’esigenza al contempo di approcciar­e le risultanze delle indagini tenendo bene in consideraz­ione l’assoluta particolar­ità della situazione ambientale nella quale i fatti si sono verificati».

Prudenza e rigore

Il procurator­e generale non entra nel merito delle indagini «che spettano alle singole procure». Ma, sul timore che finisca tutto in nulla, tiene a dire: «Si indagherà su tutti i fatti segnalati, non si parte dicendo “tanto non ce la facciamo”. Serve rigore, ma al tempo stesso condivido l’approccio prudente delle procure, che ora stanno ricostruen­do i fatti e poi passeranno alle valutazion­i».

Le difficoltà

Il procurator­e generale non ne fa mistero: «Non dico che siano insormonta­bili, ma sono difficoltà delle indagini». Come «l’oggettiva impossibil­ità di accertare l’esatta causa delle morti per una sostanzial­e impraticab­ilità dell’esame autoptico per esigenze sanitarie». Oppure, «l’esatta individuaz­ione del luogo e del modo in cui si è contratta l’infezione». E, ancora, «l’assenza di linee guida sanitarie e di buone pratiche clinico assistenzi­ali adeguate a contrastar­e l’infezione e il decorso della conseguent­e malattia». Ma vanno fatti anche dei distinguo, perché «un conto è cosa sia successo a marzo, un conto cosa sia successo ad aprile». E, sempre Rispoli, al di là dei possibili errori legati all’emergenza, va vagliato se si è operato «con diligenza ed estraneità di interessi personali o interferen­ze economiche».

Il quadro Una pagina inedita della storia giudiziari­a italiana, per numero di casi e eterogenei­tà

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Il nuovo procurator­e generale Guido Rispoli
 ??  ?? Non sono mancati i clienti ieri nei locali di Bergamo, né in centro e né in Città Alta. I gestori sembrano far rispettare le distanze (foto Manzoni/Ansa)
Non sono mancati i clienti ieri nei locali di Bergamo, né in centro e né in Città Alta. I gestori sembrano far rispettare le distanze (foto Manzoni/Ansa)
 ??  ?? Il primo allarme I carabinier­i all’ospedale di Alzano il 23 febbraio, dopo i primi tamponi positivi per due pazienti
Il primo allarme I carabinier­i all’ospedale di Alzano il 23 febbraio, dopo i primi tamponi positivi per due pazienti

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